Cronaca

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Le voci raccolte fra i caselli di Rapallo e Chiavari a dieci ore dal rogo del tir avvenuto a Lavagna. L'automobilista sardo diretto a Livorno: "Se perdo il traghetta per la Sardegna chiedo i danni".
1 minuto e 14 secondi di lettura
di Michele Varì

"Facciamoci il segno della croce...". Simone Olmo a bordo del furgone di servizio sembra prendere con calma e tanta fede il fatto di ritrovarsi fermo in una galleria della A12 fra Rapallo e Chiavari per colpa di un incendio di un tir avvenuto dieci ore prima in uno scambio di carreggiata fra Lavagna e Sestri Levante.

L'automobilista sardo originario di Sassari e diretto con la moglie  al porto di Livorno, sceso dalla sua auto per prendere un po' d'aria fuori dalla galleria, invece appare molto sconsolato: "Se perdo il traghetta per la Sardegna stavolta chiedo i danni" garantisce.

Sono solo due delle tante voci raccolte da Primocanale fra gli automobilisti fermi fra i caselli di Rapallo e Chiavari. Un'odissea iniziata alle 18 e conclusa,  come una liberazione, alle 22 a Chiavari.

In quelle quattro ore di abbandono anche grandi gesti di solidarietà fra gli automobilisti che senza aiuti dall'esterno si sono aiutati da soli: chi aveva dei cracker li ha distribuiti a chi aveva fame, centellinando quasi un cracker per persona. Due automobilisti hanno soccorso un'avvocata con l'anziana madre con la batteria dell'auto scarica, facendo il giro delle vetture e dei camion fermi per recuperare un paio di cavi per fare ripartire la vettura delle due donne, e arrivando a bloccare il flusso di tir e macchine in movimento pur di non abbandonarle, come invece ha fatto Autostrade per l'Italia a cui però, alle 22, una volta giunti al casello di Chiavari, tutti quegli automobilisti esasperati hanno dovuto anche pagare il pedaggio.

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