Cronaca

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Il presidente genovese dell'Anpi alla manifestazione dell'Ansaldo Energia, "fui assunto a sedici anni, qui la memoria è sempre viva, Campi non è il nome della zona ma di un operai ucciso"
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di Michele Varì

"L'Ansaldo è la storia della Resistenza di Genova da prima della guerra perché i movimenti antifascisti sono stati presenti addirittura con comitati clandestini dal 1927".

Lo ha detto oggi alla manifestazione svolta  all'interno dell'Ansaldo Energia Massimo Bisca, presidente dell'Anpi di Genova, che ha aggiunto: "Non c'è strage in cui non ci siano stati ansaldini, tanti deportati come in altre fabbriche e poi qui hanno salvato la fabbrica dai tentativi di depredarla da parte dei tedeschi salvaguardando 2 mila tonnellate di materiale preziosi di strumenti di misura, per un valore nel 1945 di 4 miliardi di lire".

Bisca da ex ansaldino, dove ha messo piede a 16 anni nel luglio del '68, sottolinea il valore degli operai Ansaldo di tramandare la memoria, "la cosa bella è che a ogni festa del 25 Aprile ci ritroviamo tutti, anche i pensionati, per ricordare, e ricordo il più giovane dei caduti, Luciano Melis, che aveva 14 anni e mezzo, un allievo operaio, e poi Paolo Reti, che era un dirigente ed è stato ucciso nella risiera di San Sabba (un campo di concentramento nazista istituito a Trieste ndr), tutti parte di quel grande movimento di popolo che ci ha ridato la libertà".

Per ultimo Bisca ricorda Campi, dove si trova l'Ansaldo: "Non è il nome della zona, ma il nome di un operaio che poi è stato fucilato".

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