Nella giornata mondiale del cinema ricordiamo un grandissimo regista autore di film che sono entrati nella leggenda: Federico Fellini nato a Rimini il 20 gennaio di 103 anni fa. Cinque Oscar di cui uno alla carriera, un Leone d'oro alla carriera, una miriade di altri premi. Sicuramente l'uomo di cinema italiano più famoso al mondo, poeta surreale e visionario ma malinconico in grado di partorire a getto continuo idee, suggestioni e immagini.
Una volta di sé disse: 'sono autobiografico anche quando parlo di una sogliola' e questa è stata la sua peculiare cifra stilistica perché pur avendo iniziato a contato con il neorealismo che come sappiamo si tuffava nella realtà di un paese diviso tra disagio e speranza (Rossellini lo chiamo per collaborare a film come Roma città aperta e Paisà) la sua posizione rimase sempre defilata rispetto a qual contesto utilizzando uno spirito umoristico del tutto originale e personale, lui che aveva cominciato come vignettista della Domenica del corriere e di Marc'Aurelio, che attingeva ad una esclusiva dimensione autobiografica. Il tutto tra sogno, circo, fumetto e fantasia.
Lo ricordiamo con 'Amarcord' ('mi ricordo' in dialetto romagnolo) dove a una ventina d'anni di distanza dai Vitelloni mette in scena i ricordi della sua terra al tempo del fascismo unendo l'odio all'amore e il teatro alla nostalgia. La clip riguarda la scena in cui il giovane protagonista del film racconta i suoi primi turbamenti sessuali.
IL COMMENTO
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