GENOVA - AAA cercasi mecenati per sostenere la cultura a Genova: sì, un po' come si faceva una volta quando la nostra città era fiorente dal punto di vista culturale grazie alle grandi famiglie genovesi che tanto hanno puntato su artisti e botteghe. E se nel Seicento erano i nobili di Strada Nuova al centro del fervore culturale, regalando una preziosa eredità a Genova che oggi sembra sempre più voler riscoprire e far scoprire ai turisti, i mecenati di oggi possono essere aziende la cui storia è strettamente intrecciata al territorio, ma anche nuovi potenziali investitori. Ne è fortemente convinto il sindaco Marco Bucci che alla seconda puntata di Terrazza incontra la cultura ha portato l'esempio virtuoso della mostra "Rubens a Genova" di Palazzo Ducale da parte di Rimorchiatori Riuniti, che in occasione dei loro cent'anni hanno voluto sostenere questo importante allestimento, premiato dai numeri di visitatori.
"Quello che a me piacerebbe vedere è la partecipazione delle aziende, delle famiglie, di tutti quelli che possono investire in cultura, come dal Rinascimento in avanti hanno fatto le famiglie dei Rolli. A ottobre abbiamo avuto un primo esempio: se ce n'è stato uno, perché non 50, 200 o 2000?"
Il primo cittadino - che ha tenuto per il momento per sé la delega alla cultura - ne è fortemente convinto, anche perché investire in cultura ha ampie ricadute positive: cultura, infatti, porta benessere in primis a tutti i cittadini, ma anche visibilità, turismo, lavoro e nuove sinergie. Ecco perché ad ottobre ha ribadito le linee guida per i prossimi cinque anni: il primo punto è quello di consolidare le collaborazioni tra enti, con eventi trasversali che possano far lavorare insieme più realtà cittadine. Il percorso è iniziato con Rubens, attorno a cui si è creato un network che ha coinvolto Fondazione Carige e i palazzi di via Garibaldi, e proseguirà con The Ocean Race. Il mare, infatti, sarà il minimo comune multiplo di molte iniziative da qui a giugno.
Una rete che può e deve allargarsi, come molti degli ospiti intervenuti alla tavola rotonda hanno voluto ricordare. La città di Genova, infatti, ha il compito di interfacciarsi con tutti gli enti di città metropolitana, può sviluppare collaborazioni con gli altri territori, come con Savona che grazie a Fondazione De Mari e alle altre tante associazioni sul territorio è florida di iniziative, e deve riuscire a creare una squadra di lavoro con tutti quanti, anche con enti privati come il Teatro Politeama Genovese.
"Più ci mettiamo in rete e più scopriamo che abbiamo lasciato fuori degli altri: raccolgo il messaggio estremamente positivo di Savona e dei privati, perché non l'abbiamo coinvolti come avremmo dovuto fare sino ad oggi. Stiamo iniziando questo processo, sta funzionando e quindi andiamo avanti, questa è la strada giusta"
Il secondo passo è inserire i giovani nel settore, creando posti di lavoro e prospettive. Ci sono state alcune polemiche legate ad un bando del Comune di Genova che cerca un volontario per il Museo del Mare con buona conoscenza di storia della migrazione, videoscrittura, lingua inglese, social media, e per un impegno in presenza quattro giorni alla settimana per sei mesi. Su questo il sindaco ribadisce quanto già dichiarato all'opposizione: "L'amministrazione comunale ha assunto negli ultimi due anni 1420 persone, quindi inserendo personale anche nei nostri uffici della cultura dove si può svolgere un lavoro di tipo amministrativo".
"Per chi invece vuole diventare attore, regista, artista o professionista della cultura abbiamo bandi importanti, circa una quarantina di milioni ogni anno che vengono stanziati per aiutare queste attività. Certamente si potrebbe fare di più. La risposta è sì. Ci stiamo impegnando per questo, ma ricordo che siamo una delle città che - rispetto alla popolazione - spendiamo di più nell'occupazione sul panorama italiano"