GENOVA - L'11 gennaio del 1999 se ne andava a soli 58 anni Fabrizio De André, lasciando un vuoto in tutti i grandi della musica del suo tempo, nella città di Genova che tanto avrebbe potuto ancora cantare, negli amici e nei suoi affetti più cari. Affetti che preferiscono ricordarlo nel giorno del suo compleanno, il 18 febbraio, più che in quello della sua scomparsa e che anche quest'anno, a 25 anni dalla sua scomparsa, hanno preferito il silenzio per questi giorni. Ecco perché anche in viadelCampo29rosso, un vero e proprio museo sotto la sua chitarra fatto di locandine, libri, fotografie e tanti ricordi, questa è stata una giornata come le altre, in attesa delle prossime iniziative che ricorderanno il grande cantautore genovese.
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Già nei prossimi giorni, in occasione delle giornate dei Rolli, tra il 20 e il 21 gennaio si terranno delle passeggiate lungo Via del Campo, alla riscoperta di "un mondo per alcuni versi scomparso, per altri ancora attuale, seppur tristemente cambiato", spiega Laura Monferdini, anima di questo luogo intriso delle parole di Faber, un ritrovo per tanti amanti della sua musica. E sarà l'occasione anche per far ritrovare gli amici della storica band, la prima genovese delle quattro chitarre, che terranno un concerto speciale in omaggio alla sua memoria. Un momento "intimo" in attesa dell'evento che il Comune di Genova e Regione Liguria stanno pensando per tutta la città, assieme al Ministero della Cultura, per ricordare uno degli artisti che ha più segnato la storia della musica italiana degli ultimi tempi. E poi in occasione del compleanno di Fabrizio, il 18 febbraio, verranno inaugurati i nuovi allestimenti di questo spazio "immortale" come "immortale" è la sua "Via del Campo".
Sono tanti i ricordi racchiusi in questo luogo, si va dalle sue fotografie ai manifesti dei concerti e degli eventi che la città ha ospitato negli anni. Ma a parlare sono anche i ricordi di chi Fabrizio lo ha incontrato: Laura Monferdini custodisce quel primo incontro, il 22 settembre del 1984, "quando lo incontrai nella pausa di un sound check in Piazzale Kennedy. Era il debutto di "Creuza de Ma" al Palasport, un'emozione che è ancora vivida". E sono ricordi di un tempo unico, dato che "è difficile che in una città, in un unico luogo, si concentrino così tanti talenti: è stato veramente un tempo straordinario, quasi un tempo del sogno".
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