Cultura e spettacolo

Più di 120 opere dal Rinascimento ai giorni nostri ricostruiscono la storia di questo sentimento attraverso il filtro dell’arte
2 minuti e 40 secondi di lettura

E' uno stato d'animo che tutti noi nella vita abbiamo provato almeno una volta, quel desiderio struggente o quel rimpianto malinconico di momenti trascorsi e lontani. Alla nostalgia, termine coniato alla fine del '600 da un neo-laureato in medicina svizzero per indicare una precisa malattia fisica e psicologica ma che nel tempo è diventata una delle principali sindromi dei nostri tempi Palazzo Ducale ha realizzato una mostra – 'Nostalgia, Modernità di un sentimento dal Rinascimento al contemporaneo' curata da Matteo Fochessati e Anna Vyazemtseva ospitata dal 25 aprile al primo settembre nell'appartamento del Doge - che ne mette in luce le diverse espressioni ricostruendone la storia e documentando archetipi e protagonisti di questo sentimento ambivalente e contraddittorio, individuale e collettivo insieme.

E' la prima volta da una decina d'anni a questa parte che inauguriamo una mostra organizzata proprio da Palazzo Ducale – afferma con orgoglio il presidente Beppe Costa -. Il tema non è facilissimo, 'nostalgia' è una parola che spesso viene associata alla tristezza anche se non è così. Piuttosto, nasconde una serie di sentimenti nobili. Un'altra bella notizia è che utilizziamo tanti pezzi della nostra collezione Wolfson per cui abbiamo l'opportunità di far vedere il nostro intero patrimonio. Non pretendiamo che sia Artemisia Gentileschi con le polemiche che si è tirata dietro ma vogliamo creare un altro tipo di polemica, più sottile, perché mai questa parola è stata trattata in positivo come abbiamo fatto noi”.

Con oltre centoventi opere tra dipinti, sculture, arti decorative, grafica e volumi illustrati, l'esposizione propone un percorso artistico che parte dal Rinascimento e approda ai giorni nostri articolato in undici sezioni tematiche che raccontano le diverse interpretazioni della nostalgia attraverso il filtro della storia dell’arte, sia come trasposizione iconografica, sia rimandando ad alcune figure in questo senso paradigmatiche come Ulisse, Enea, Persefone, Foscolo e Byron.

“C'è l'idea di prestare attenzione a un sentimento che sembra fuori moda ma in un momento di crisi non è così strano guardare indietro – afferma la neo-direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa -. Partiamo dal testo che inventa l'idea di nostalgia e arriviamo ad Anish Kapoor, che è un grande artista internazionale. E se può sembrare difficile realizzare una mostra su un sentimento, in realtà l'arte ha proprio la capacità di raccontare le emozioni. Essendo la prima che Palazzo Ducale organizza da molto tempo a questa parte ne siamo molto fieri, da una parte è filologicamente perfetta ma dall'altra ha guizzi che ti sorprendono e ti portano in un viaggio inaspettato. Di questo ringraziamo i curatori”

Nel percorso si va dalla nostalgia di Casa, ovvero dalla servitù d’Israele in Babilonia ai grandi fenomeni migratori a cavallo tra Otto e Novecento, a quella del Paradiso presente sia in ambito cristiano che mussulmano e da quella dell’Antico con l’attrazione verso modelli di gusto di epoche lontane a quella dell’Altrove, con riferimenti a terre distanti, misteriose e ignote. La mostra si chiude con la nostalgia dell’Infinito, sentimento scaturito in epoca romantica nell’incontro con la grandiosità della natura e del cosmo. E l'opera 'Hole and Vessel' di Anish Kapoor con le sue forme coperte di pigmenti che assorbono la luce ed escono fuori dal tempo, posizionata nell'antica Cappella del Doge, crea un cortocircuito tra passato e presente che riassume perfettamente tutta la mostra.