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Malumore nel centrodestra sulla scelta dei candidati al Sud
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"È pazzesco, non so quanto costi in termini di uomini e denaro dimostrare che sono un criminale, ma non ho paura e spiegherò in tribunale che ho difeso il mio Paese". Così Matteo Salvini, leader della Lega, ha parlato del voto in Senato sul caso Gregoretti.

Per le elezioni regionali nel centrodestra filtra un nota di malumore per la gestione delle candidature al Sud. In principiol'accordo prevedeva Puglia a Fratelli d'Italia (Fitto), Campania a Forza Italia (Caldoro), Liguria a Toti. A chi gli chiede se è cambiato qualcosa Salvini risponde che "noi abbiamo chiesto agli alleati di fare uno sforzo di rinnovamento, di volti nuovi da offrire agli italiani. Io non impongo nulla a nessuno, sono i cittadini a chiederci questo sforzo di cambiamento, ma sono sicuro che troveremo insieme la soluzione migliore. Non mi impicco a un nome".

Un ragionamento che il leader della Lega applica anche alle elezioni comunali previste nelle principali città del Paese. Per Salvini bisogna seguire l'esempio di Genova. "Nel 2021 si voterà per i sindaci di Torino, Milano, Bologna e Roma. Stiamo coinvolgendo professionisti e imprenditori che finora si tenevano lontano dalla Lega e dalla politica. Ecco, noi proporremo candidati sindaci civici, persone che non hanno necessariamente la tessera di partito in tasca. Il modello è Marco Bucci, il sindaco di Genova che fa parte della nostra area politico-culturale e che sta lavorando benissimo" aggiunge.

In merito alle parole di Luciana Lamorgese, che sostiene che l'odio è un'emergenza del Paese, Salvini replica: "Se fossi il ministro dell'Interno mi preoccuperei di combattere la mafia, la 'ndrangheta, la camorra, gli spacciatori, gli assassini. Magari l'odio fosse emergenza: quella vera è la droga che uccide migliaia di persone. Invito il ministro Lamorgese a darsi una mossa".

Salvini dice di non temere di rimanere all'opposizione, ma di non capire "come questo governo possa andare avanti impantanato in continui litigi e rinvii su tutto: sulle concessioni autostradali non ha scelto, tenendo fermi 13 miliardi di lavori di manutenzione". La prescrizione potrebbe essere il punto di non ritorno per il governo 'Conte bis', con Matteo Renzi ago della bilancia. "Non lo so", risponde Salvini, "Renzi non lo sento e non lo vedo, checché ne dicano i giornali. Io all'opposizione sto tranquillo. Studio, incontro amministratori delegati, imprenditori, cardinali" e "quando incontro imprenditori non mi chiedono se sono moderato o sovranista ma come penso di risolvere i loro problemi", ha concluso il leader della Lega.