Politica

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di steris

Intervenuto alla diretta di Primocanale, nello studio in Terrazza, Ariel Dello Strologo uscito sconfitto dalla sfida con Marco Bucci ha risposto alle domande del nostro direttore Matteo Cantile e dei nostri opinionisti Luigi Leone e Franco Manzitti.

SCONFITTA - "Era nell'ordine delle cose che potessi perdere. Sono sorpreso e deluso dalla bassa affluenza, è un brutto segnale per tutti. Entrambi gli schieramenti devono misurarsi con l'astensionismo, ognuno dei due deve chiedersi perché non sono andati a votare per noi".

DELUSIONE - "Ho pensato seriamente di poter andare al ballottaggio, vissuto come sorpresa che poca gente sia andata a votare, incontrare tanta gente mi aveva fatto pensare che chi fosse di nuovo un legame tra sinistra e città, forse abbiamo parlato con poche persone".

ASTENSIONISMO - "E' un problema generale quando si muove solo il 43% della popolazione, quella per il sindaco è stata un'elezione battagliata, stupisce: noi, maggioranza e opposizione, dovremo lavorare in modo attento a non staccarci troppo dalla gente".

FUTURO - "Fra cinque anni? Cinque anni sono tanti e credo di poter dire che in questi cinque anni succederà di tutto a livello politico, il quadro è molto instabile, sono in atto movimenti importanti, non so prevedere cosa succederà da qui a cinque anni. Tornerò a fare l'avvocato mantenendo ruolo di consigliere, ma la politica è una bella cosa, è un lusso che mi sono preso e vedremo".

PENTIMENTO - "Non sono pentito, era una battaglia difficile, ma l'aspetto più stimolante per me era provare a rimettere insieme il centrosinistra e andare a fare una proposta seria concreta e credibile di governo della città e far cambiare idea alla gente sul votare il centrosinistra con prospettive di futuro e non solo guardando al passato. L'idea era di provare a trasmettere valori positivi in un contesto che poteva trovare sinergie giuste, ma si è creata egualmente una situazione buona pur non avendo vinto".

COLLABORAZIONE - "Più che fidarmi di Bucci, gli ho chiesto di rispettare entrambi i ruoli che avremo nell'interesse della città, gli ho anche proposto di fare lui il sindaco e io il capo dell'opposizione pensando entrambi ai cittadini. Ho elaborato un programma in cui credo profondamente e non mi scandalizzerei se la maggioranza prendesse alcune delle mie idee e le realizzasse, certo su tutto quel che non condividerò lo aspetterò al varco. Ci sono alcune questioni che vanno al di là dell'orientamento politico, nel Pnrr ci sono progetti che se fossero indirizzati verso obiettivi cari a noi come inclusione sociale, asili e case di quartiere, saremmo d'accordo".

DEPOSITI E DOPPIO RUOLO - "Non credo abbia pesato nella mia sconfitta, per me credibilità è anche serietà nel fare le cose. Ero nel CdA di Superba e ho seguito le vicende dei tentativi di collocazione dei depositi, andare via da Multedo era ovvio. La scelta di Sampierdarena era stata fatta su pressione del sindaco e prevedeva verifiche e passaggi, non era stata messa in gioco la questione della pericolosità. Non mi sono trovato a disagio, poi assumendo ruolo di referente di un elettorato ho affrontato in maniera seria i problemi dei cittadini.Io di fronte a un interlocutore privato, il mio cliente, che mi diceva spostiamo a Sampierdarena, ho detto bene. Nel momento in cui sono diventato candidato e ho incontrato cittadini preoccupati, ho lavorato per individuare alternativa, essa si sposava con l'ipotesi della diga, ho pensato di aver fatto il mio compito. Da avvocato di un'impresa ho approvato una soluzione, da persona politica ho individuato altra ipotesi. Tutto è capitato nel pieno di una campagna elettorale in cui la semplificazione era lo strumento per vincere. Mai detto di non fare la diga, ma ci vorranno 15 anni invece che 4 e i costi saranno più alti. La mia grande preoccupazione è che tutto vada come deve andare".

COALIZIONE - Il centrosinistra ha creduto davvero in me, è stato un conoscersi progressivo, mi è stata riconosciuta una leadership, molti cittadini mi ringraziano del lavoro fatto per il centrosinistra. Avevo di fronte un candidato molto forte, con molte frecce al suo arco, aveva una potenza di fuoco superiore rispetto alla mia, appoggio maggiore dei media, in questa fase della politica nazionale esiste disaffezione al voto che finisce per premiare chi racconta le cose in maniera migliore".

PROSPETTIVE - "Ero pronto a fare il sindaco, il leader politico è una cosa che non ho mai fatto, ma in questi mesi ho avvertito esigenza che qualcuno lo faccia, per un rinnovamento del vocabolario politico: molto più importante che ci sia qualcuno che lo faccia, sia o non sia io.

FUOCO AMICO - Quando prima parlavo di un processo nel divenire, non si è raggiunto obiettivo che aveva bisogno di tempo. I partiti del centrosinistra sono tutti in difficoltà, il progetto è di rigenerare le energie migliori di questa esperienza politica e tornare a parlare alla gente nel segno del futuro. Le vicende dei singoli partiti vorrei non commentarle, per quanto avessi valutato in un certo modo la scelta di Terrile. Dovremo sederci a un tavolo e decidere cosa fare nei prossimi cinque anni, la fatica di Letta è anche questa".