VENTIMIGLIA - Una ruggine, quella tra l'ex sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino e l'ex deputato della Lega Flavio Di Muro, che negli anni si è acuita, dopo la caduta dell'amministrazione Scullino. E che i rapporti non fossero distesi vi è stata riprova anche lunedì sera, ne "Il programma politico di Primocanale", quando tra Scullino e Di Muro è scoppiata la lite. Motivo dello scontro la gestione dei migranti, diventata sempre più complicata soprattutto negli ultimi mesi. Ma certo, le dimissioni in massa della Lega nell'estate del 2022 non sono passate in cavalleria e la rabbia di Scullino è ancora tangibile. E oggi, Scullino e Di Muro si ritrovano l'uno contro l'altro, in corsa per la poltrona di primo cittadino di Ventimiglia.
"Negli anni scorsi ho fatto aprire un centro di accoglienza che funzionava bene, riusciva a gestire l'afflusso dei migranti - spiega a Primocanale il candidato sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino -. Ho cercato di convincere la Lega di Di Muro che era importante ricostituire quel centro di accoglienza che avevo fatto nascere negli scorsi anni. Il mio lavoro era quello di accogliere e offrire un pasto caldo, un letto, dando poi la possibilità alle forze dell'ordine di fare il proprio lavoro. Oggi la città è invasa, Di Muro è stato deputato della Repubblica e poteva fare qualcosa, invece non ha fatto niente, oggi dice che lo farà ma non sarà così. E Ventimiglia è abbandonata, ma deve essere chiaro che il sindaco più di così non può fare. Oggi i migranti arrivano più di prima e di questo bisogna dire grazie alla Lega - attacca Scullino - che non mi ha messo in condizione di governare".
La discussione si è accesa quanto l'ex primo cittadino ha accusato Di Muro di "non aver voluto aprire il centro di assistenza, portando quindi a deflagrare la gestione dei migranti". La risposta del candidato del centrodestra non si è fatta attendere: "Voi capite che con un carattere del genere è impossibile amministrare la città? Non si può ragionare con Scullino, come non si poteva lavorare in questo modo. Non è stato Di muro a riempire la città di migranti, così come non è stato Scullino. Deve essere chiaro che non può essere un parlamentare a gestire i rapporti internazionali in materia di immigrazione".
Rispetto alla chiusura del campo Roja, Di Muro ha ribadito che a chiuderlo è stato il ministro Lamorgese con il governo di centrosinistra, quando lo stesso candidato sindaco era deputato. "Quando è stato chiuso era stato assicurato che veniva fatto defluire il traffico ma l'impegno non è stato mantenuto. L'attuale prefetto ha spiegato che questo campo era diverso rispetto a quello dei tunisini del 2010, non è stata quindi una scelta politica di Di Muro. Inoltre, a portare alla caduta dell'amministrazione sono state una serie di incomprensioni con il sindaco Scullino".
Insomma, posizioni lontane e difficili da conciliare, con accuse reciproche. Secondo Gaetano Scullino l'ex deputato della Lega e oggi candidato sindaco Flavio Di Muro ha "impedito la nascita del centro Roja perché si era impegnato con i suoi elettori per non aprire il centro di accoglienza. Tu eri contrario - attacca Scullino - anche se è difficile gestire questi arrivi. Ma dove mettiamo questa povera gente? Tu non hai voluto fare nulla per una questione politica". E mentre infiamma la polemica, è iniziato il conto alla rovescia per il voto del 14 e 15 maggio.