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Politica

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di Matteo Cantile
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LIGURIA - Adesso è guerra aperta: la rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica ha aperto uno squarcio sui rapporti, profondamente deteriorati, tra la Lega e Cambiamo. Volendo personalizzare, tra Edoardo Rixi e Giovanni Toti. Il carroccio ha chiesto una verifica di maggioranza e, apertamente, ha invitato il governatore a rinunciare alla deleghe a sanità e bilancio.

Motivo del contendere è la decisione di Toti di smarcarsi dal resto del centro destra nelle elezioni del presidente della Repubblica, una scelta che gli storici alleati hanno vissuto come un tradimento: "Non mi aspettavo una situazione come questa - afferma Edoardo Rixi, deputato della Lega - per le elezioni del Presidente della Repubblica. L'abbiamo subìta come una coltellata alla schiena". Sul voto presidenziale interviene anche il leader del carroccio Matteo Salvini, per cui "il centrodestra non ha prevalso perché ne è mancato un pezzo". Poi su Toti ha dichiarato: "Non metto in discussione sindaci e governatori, però se uno è assessore al Bilancio e alla Sanità o è Superman o..."

Il nodo principale è legato al posizionamento politico di Toti che, secondo le accuse leghiste, ha giocato la partita presidenziale su più tavoli e sta cercando di allargare la coalizione di centro destra a partiti che gli sono tradizionalmente estranei: "Se dobbiamo parlare di allargamento a partiti politici - spiega Francesco Bruzzone, senatore della Lega - riconosciuti in parlamento con tanto di gruppo alla Camera e al Senato di centrosinistra, come Italia Viva, credo se ne debba parlare in modo diverso, non fare pressioni come quelle avvenute in parlamento".

Ma Giovanni Toti non vuole sentire parlare di tradimento: "Eravamo contro la spallata al centro sinistra perché avrebbe portato alla caduta del governo Draghi", si è giustificato il governatore parlando dei voti che il suo gruppo ha fatto mancare a Elisabetta Alberti Casellati. E ha poi ricordato che sul piano dei tradimenti la Lega non ha nulla da imparare: "Ricordo che dopo le elezioni del 2018 gli amici della Lega si allearono con i 5 Stelle del reddito di cittadinanza e in Liguria non cambiò nulla".

Ma la fibrillazione attorno a Toti non è solo provocata dalla Lega ma anche da altre anime del centro destra. Forza Italia per esempio è da tempo pronta allo strappo sulla candidatura di Peracchini alla Spezia e guarda con favore la linea analoga che adesso è sposata dalla Lega.

"Ci sono delle forti lacerazioni, delle forti difficoltà - spiega Roberto Bagnasco, coordinatore Regionale di Forza Italia - a portare avanti dei disegni di città con dei programmi come ad esempio a Spezia: qui i problemi ci sono, sono tanti, ed è una città veramente importante per la nostra regione".

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