GENOVA - Prove d'intesa a distanza tra il presidente della Liguria Giovanni Toti e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Parole al miele, anche se non di quello più dolce, da parte dell'ex presidente del consiglio che dice di apprezzare molti aspetti del governatore ligure. L'occasione, ghiotta, poteva essere la giornata genovese di Renzi, che ha scelto anche Genova per presentare il suo ultimo libro "Palla al centro". In sala presente il primo cittadino di Genova Marco Bucci, non pervenuto, invece, lo stesso presidente Toti.
"Siamo d'accordo con Italia Viva sulla Gronda autostradale di Genova, sul Terzo Valico, sulla nuova diga del porto di Genova, sul rigassificatore, sulla necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti, da Italia Viva ho sempre sentito parole costruttive, quando sarà il momento ci metteremo intorno a un tavolo, manca un anno e nove mesi alle elezioni regionali" ha commentato il presidente Giovanni Toti a margine di Forex.
Il progetto del presidente Toti? Quello di far abbandonare a Italia Viva "il carrozzone un po' abborracciato delle alleanze con Schlein, M5s, sinistra estrema, Verdi male interpretati e quant'altro io sarei felice, ma manca tempo". Insomma, Italia Viva potrebbe ripetere quello che ha già fatto in comune a Genova, ovvero sostenere il sindaco Bucci, insieme ai partiti di centrodestra. Pericoli di sovranismo e populismo in Liguria? Quelli che Renzi ha sempre respinto. Toti non ha dubbi: "Non ci sono pericolosi sovranisti in Liguria, magari siamo un po' sovranisti, abbiamo un filo di sciovinismo legato alle antiche origini della Repubblica marinara, ma non vedo cavalli di frisia sul Turchino, né a Marinella di Sarzana, in tutta franchezza non credo sia questo il tema. Italia Viva è un partito che ha molti progetti simili a quelli che stiamo portando avanti con i nostri alleati".
"Ora ci sono le europee e si vota con il proporzionale, Italia Viva porta avanti una politica che non è con questa destra, sovranista di Meloni e Salvini, e con questa sinistra, inconcludente di Schlein e Conte - le parole di Matteo Renzi oggi a Genova per presentare il suo libro “Palla al centro” -. Siamo l’unica possibilità al centro. Le Regionali sono nel 2025, io dico che ci sarà già un nuovo scenario politico, quindi non c’è fretta per parlarne. Parliamo invece delle Europee e continuiamo a lavorare". Arriva poi il plauso all’amministrazione del sindaco di Genova Marco Bucci, in sala ad ascoltare il leader di Iv che lo appoggia a palazzo Tursi. "Sta andando molto bene l’attività del sindaco di questa città che sta facendo delle cose straordinarie. Gli investimenti di Genova e della Liguria porteranno a una grande crescita anche del Piemonte per la logistica, il retro porto e gli investimenti" ha aggiunto Renzi.
Le ipotesi, dopo questi apprezzamenti reciproci, possono essere più di una. La consueta coalizione di centrodestra, senza Italia Viva, o con Italia Viva. Oppure un candidato, magari il presidente Toti, che rappresenti il centro, con Italia Viva e Azione, senza i partiti di "destra" e "sinistra". O ancora una coalizione di centrosinistra con l'aggiunta di Italia Viva, forse la meno probabile delle tre alternative.
Il leader di Italia Viva è molto duro quando commenta la gestione dell'esecutivo rispetto alla protesta degli agricoltori che li ha portati fino al Festival di Sanremo. "Il governo si sta spaccando su tutto e credo che fino alle Europee sarà un derby di visibilità tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma qui c'è una parte di ragionamento che fa male da un punto di vista politico. Nel dicembre del 2023 Meloni e Salvini hanno eliminato una legge firmata da me e da Martina che garantiva agli agricoltori di non pagare l'Imu, l'Irap e l'Irpaf in alcune condizioni, ovviamente - spiega Renzi -. Ora si chiedono chi abbia aumentato le tasse, io rispondo: voi. In tutta Europa ce l'hanno con Bruxelles, da noi invece ce l'hanno con il governo perché Lollobrigida è un buon cognato ma è un pessimo ministro, non è capace di fare il suo lavoro" la stoccata dell'ex premier. Che ribadisce, prima di farsi acclamare dalla folla che lo attende, che alle Europee sarà candidato in tutti i collegi.