Porto e trasporti

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di Elisabetta Biancalani

GENOVA - Nel percorso scivoloso che sta portando a definire se i depositi costieri saranno spostati da Multedo a Ponte Somalia, nel porto di Sampierdarena, si aggiunge una nuova voce a quelle già critiche (residenti e municipio di Sampierdarena, sindacati, Terminalisti, CULMV) ed è quella di Aldo Negri, amministratore delegato di Finsea, operatore logistico con attività diversificate nel settore dello shipping: dall’agenzia marittima alle spedizioni, al trasporto ferroviario, alla cantieristica navale, sia a Genova che a Marsiglia, con l’ingresso in Genova Industrie Navali, holding che comprende T. Mariotti e San Giorgio del Porto. Ma anche attività armatoriale, nella BN di Navigazione, compagnia che collega l’Italia (Piombino) all’Isola d’Elba (Portoferraio) e Ichnusa Lines che opera sulla linea tra la Sardegna (Santa Teresa Gallura) e la Corsica (Bonifacio). Inoltre dal 2022, grazie all’ingresso nella compagine azionaria di due realtà nei Balcani, Finsea opera con servizi logistici anche da e per la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina e la Serbia.

Aldo, nipote di Gigi Negri, padre del terminal Sech (poi ceduto nel 2017), di cui iniziò la gestione privata nel 1993, un anno prima della legge di riforma dei porti del ‘94, ha recentemente vinto una gara con la newCo Sinalefi (in società con Giulio Schenone) per gestire, come agenzia marittima, le navi impegnate nel trasporto della ghiaia per la costruzione della nuova diga di Genova, navi che per ora arrivano da Cartagena in Spagna e da Piombino “ma so che stanno cercando altri rifornimenti per soddisfare la necessità di ghiaia” e “vedremo poi se ci sarà anche una gara per il trasporto dei cassoni che verranno, pare, fatti a Vado. Nel caso parteciperemo, anche perché crediamo che starebbe bene che ci fosse un unico interlocutore per questo genere di servizio. Il lavoro per la diga è unico nel suo genere perché le navi non attaccano in banchina ma ci sono campi boe, zone delimitate da ordinanze specifiche della Capitaneria di porto, ‘sotto-navi’ come ad esempio le chiatte, da gestire. Per ora gli unici ‘imprevisti’ sono stati legati alle condizioni meteo-marine, per quanto riguarda la nostra attività”.

Parliamo dei depositi costieri: “Noi lavoriamo con Grimaldi a ponte Somalia e se i depositi andassero lì non sappiamo che destino avrebbero questi traffici. Inoltre siamo anche un po’ preoccupati per la compatibilità tra i depositi e altri traffici, come ad esempio quelli che noi seguiamo sul vicino terminal Messina, con navi auto-affondanti che trasportano yacht e che necessitano del ‘permesso di fiamma' visto che servono operazioni di saldatura. Mi domando: se un domani ci fossero accanto i depositi costieri, ci sarebbe la possibilità di continuare a fare questi tipi di attività o ci sarebbero incompatibilità? Certo è che sono d’accordo che vadano spostati da Multedo, su questo non c’è dubbio, ma il problema è dove”.