Porto e trasporti

Scontro dei lavoratori dell'Unione Sindacale di Base (Usb) con Autorità Portuale dopo la notizia dell'esclusione dalla Rsu del Terminal Psa. Esclusione che secondo le altre sigle sarebbe necessaria: "Usb non firma contratti nazionali"
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di Aurora Bottino

GENOVA - È stato occupato da una cinquantina di lavoratori palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova, che armati di fumogeni rossi stanno protestando di fronte all'entrata ma anche direttamente dall'interno, dalla sala delle Compere.

L'escalation è nata dopo la notizia dell'esclusione dell'Unione Sindacale di Base (Usb) dalla Rsu del Terminal Psa, ma anche per la maxi inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex presidente di AsdP Paolo Emilio Signorini e gli arresti domiciliari per Aldo Spinelli. Secondo il sindacato sarebbe la conferma di un "sistema che non funziona".

"Siamo entrati nella sala principale del palazzo per molteplici motivi - ha detto a Primocanale Maurizio Rimassa, segretario regionale di Usb -, molti dei quali hanno una connessione innegabile con quello che è emerso dal terremoto giudiziario appena accaduto in Liguria e soprattutto in porto. Un altro è chiaramente l'incresciosa vicenda del rinnovo della rappresentanza sindacale all'interno del Terminal Psa, la più grande azienda all'interno del porto di Genova che vede oltre 200 lavoratori che firmano con Usb".

La situazione secondo il resto delle sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil), quelle che Usb accusa di aver deciso l'esclusione del sindacato di base dalla Rsu del Terminal (insieme ai vertici dell'azienda), è però diversa. 

"Ci sono sigle sindacali che per scelta non firmano i contratti collettivi di lavoro e di secondo livello, come Usb - spiega Mauro Scognamillo, segretario generale della Fit Liguria -. Fanno tutta una serie di lavori paralleli a quello che è la vera trattativa con le aziende. Serve a poco a niente, se loro firmassero i contratti non ci sarebbero problemi. Fanno solo un'opera di protesta fine a se stessa, il risultato è che, non accettando di firmare, non si ha la possibilità di discuterlo e quindi di fare delle modifiche, delle proposte. Al tavolo si siede solo chi ha il titolo di farlo che viene con la firma dei contratti".

C'è una commissione elettorale che serve appositamente per derimere ogni controversia eventuale, "che si è espressa in maniera negativa". Il parere è arrivato direttamente da Roma dopo la richiesta di delucidazioni ulteriori.