A Terrazza Incontra in diretta su Primocanale il neo assessore alla Sanità di Regione Liguria a quasi un mese dalla sua nomina fa il punto sulle sfide e le necessità della Liguria. A partire dai medici. Ci saranno i dottori che ci cureranno in futuro? Risponde Gratarola: "Penso di sì. E' una storia che non affligge solo la Liguria e che inizia da lontano, da cattive programmazioni ministeriali. C'è poi la generazione di camici grigi, il covid ha fatto capire che servivano più borse e sono state aumentate. Sono state aumentate numericamente ma la qualità di queste borse non va nel senso che noi vorremmo: ci sono discipline altamente appetibili e altre deserte. A Parma su 22 borse per medicina d'urgenza ne hanno coperte solo 2. C'è una crisi profonda di vocazione per l'emergenza. Non va bene nemmeno per le altre discipline: mancano ginecologi, psichiatri, medici di famiglia. Discipline che fino a pochi anni fa avevano numeri migliori".
Ci sono, per l'assessore Gratarola, due soluzioni, una nazionale e una regionale: "Il ministero della Sanità dovrà affrontare con il contratto collettivo di lavoro una differenziazione di professioni. Le meno appetibili vanno rese invece appetibili: se l'uomo risponde a pochi stimoli e uno di questi è il denaro, bisogna offrire di più. L'approccio del nuovo ministro Schillaci è in questo senso. I nostri medici e in generale i medici in Italia, confrontandoli coi colleghi europei, hanno gli stipendi più bassi peggio della Grecia e questo dato è già un problema. Poi ci sono i provvedimenti regionali: la modifica alla legge regionale 134 della settimana scorsa ha portato a 100 euro il pagamento delle prestazioni aggiuntive dei medici del pronto soccorso. E' una goccia nel mare è ma è anche segno che c'è attenzione".
Sulla carenza di personale, i dati parlano chiaro: caleranno fino al 2025. "Gratarola:
"Fino al 2025 coi dati a disposizione c'è una proiezione di continuo calo. Poi quando saranno andati in pensione i baby boomer - come me - ecco probabilmente se non muterà nulla avremo un pareggio di bilancio".
Ci sono poi da stabilizzare i medici assunti durante il covid: "Secondo la norma è possibile riassorbire circa 500 persone entrate con contratti a tempo determinato nel periodo covid. Nel caso di chi aveva un 'cococo' o altre forme professionali, la norma non lo prevede. Molti tra questi però sono pensionati: escono ma rientrano nella forma protettiva personale che è la loro pensione".
Infine gli infermieri, ne mancherebbero in Liguria un migliaio: "Sugli infermieri faremo una verifica puntuale Asl per Asl: una volta che avremo le necessità delle varie Asl naturalmente gli elenchi saranno disponibili e potranno essere utilizzati", risponde l'assessore regionale.
Resta l'annoso problema delle liste d'attesa, qui molto è stato fatto col recupero di quel che è stato perso nel covid. Risponde Gratarola: "Noi diamo per scontato che le liste d'attesa che guardiamo siano reali. Questo è senz'altro vero per chi attende un intervento chirurgico. Sulle liste d'attesa diagnostiche sappiamo bene che molte sono di fatto generate anche da alcuni nostri comportamenti di tipo difensivistico. Noi medici dobbiamo tornare a fare questo mestiere in qualche modo tornando a visitare i malati e non ponendo davanti la diagnostica. Dobbiamo auscultare un torace prima di prescrivere una radiografia toracica. A questo punto quando si prescrive una indagine quella sarà davvero appropriata. Dobbiamo tornare a fare i medici e riappropriarci del nostro lavoro".
Sotto accusa anche il continuo ricorso da parte dei cittadini-pazienti di "Dottor Google": "Anche i cittadini non hanno aiutato: la superficiale conoscenza delle piattaforme internet dà diritto a questi pazienti a fare la diagnosi da soli", commenta Gratarola.
IL COMMENTO
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