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Sanità

Una fiaccolata silenziosa alla quale hanno preso parte medici, infermieri, logopedisti, psicologi, farmacisti. Il corteo è partito da piazza De Ferrari per raggiungere piazza della Vittoria
3 minuti e 38 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - "Rispetto per chi cura" uno striscione bianco con le parole in rosso e dietro per la prima volta tutta insieme compatta la sanità ligure in memoria di Barbara Capovani la psichiatra aggredita e uccisa a Pisa da un ex paziente all'uscita dell'ospedale Santa Chiara e per dire basta alle violenze sui sanitari. Prima un presidio in piazza De Ferrari e poi il corteo lungo via XX Settembre. In mano candele e fiaccole tutte diverse come le varie anime della sanità ma uniti per dire basta alla violenza in corsia ma non solo.

Dai medici agli infermieri passando per logopedisti, psicologi, farmacisti, ostetriche, medici di medicina generale ma anche volontari delle pubbliche assistenze: tutta la sanità si è ritrovata a Genova in piazza de Ferrari per poi percorrere in silenzio via XX Settembre fino a piazza della Vittoria dove il corteo si è sciolto non prima di aver dedicato un applauso alla collega uccisa.

"Il fenomeno delle aggressioni, verbali e non, purtroppo registra episodi quotidiani - spiega Alessandro Bonsignore presidente dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Genova - in ospedale, ma anche tra i medici di medicina generale. Di recente a livello regionale è stato istituito un osservatorio e presto con la raccolta dei dati potremo avere un quadro più preciso. Ci sono però azioni che possono essere promosse subito, per evitare che la situazione degeneri: la legge che ha previsto pene più alte per chi attacca i sanitari va nella giusta direzione, ma si deve fare di più in ambito sociale e culturale per prevenire: il cittadino percepisce l'operatore sanitario con cui ha a che fare come causa della "disorganizzazione del sistema sanitario, invece anche lui è una vittima".

A sfilare anche l'assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola che ha sposato la proposta del presidente dell'ordine dei medici e degli odontoiatri di Genova prof. Alessandro Bonsignore di un tavolo permanente tra le varie categorie per agire in modo più concreto. "Gli operatori sanitari - sottolinea Gratarola - sono persone che cercano di fare del meglio per curare e assistere chi sta male. Prendersela con il samaritano è inaudito. E per questo riteniamo giusto inasprire le pene per chi compie questo reato e si deve migliorare la sicurezza dei pronto soccorso sicuramente potenziando i posti di polizia ma magari facendo ricorso anche alla vigilanza privata".

"Bisogna continuare a parlarne e denunciare sempre. A mio avviso, come propone l'ordine dei medici, serve un tavolo permanente di tutti gli ordini del settore sanitario e del mondo sindacale per rendere più sicuro il nostro lavoro. Andare a lavorare con la paura di essere aggrediti è assurdo ed è ancora più brutto che il bersaglio di questi violenti molto spesso siano le donne".

A raccogliere i dati delle violenze sui sanitari sempre più in aumento è stata l'Anaao, il maggior sindacato dei medici ospedalieri: "I nostri studi - spiega Raffale Aloi segretario regionale Anaao - dicono che ci sono state lo scorso anno 1.650 violenze sugli operatori sanitari. Ma il numero è molto più alto perchè spesso molti non denunciano. Dobbiamo investire in sanità, avere meno operatori sanitari e meno posti letto mette a rischio la sicurezza e alza la tensione tra malato e operatore. Non servono solo posti di polizia perchè quello è solo un deterrente, serve un piano di incentivi concreto. Ricordo che le aggressioni al personale sono uno dei tanti motivi che spingono gli operatori sanitari ad abbandonare questo lavoro".

Gli infermieri sono i sanitari più aggrediti. "La violenza non è più tollerabile e servono delle misure per far lavorare gli operatori tranquilli ed evitare rischi". Per Carmelo Gagliano, presidente ordine delle professioni infermieristiche di Genova, occorre inasprire le sanzioni per chi aggredisce un operatore sanitario, lo status di pubblico ufficiale potrebbe dare una maggiore deterrenza. Ma dobbiamo lavorare perchè all'interno dei pronto e degli ospedali vengano dato le risposte alle richieste dei cittadini che spesso sono esasperati dalla situazione".

"Una serata che ha dimostrato unità per la prima volta e a nome di tutti gli organizzatori vi ringraziamo. Insieme possiamo e dobbiamo lavorare affinché certe tragedie non avvengano più. Questa serata è andata oltre ogni più rosea aspettativa". Così al termine della fiaccolata Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Genova.

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