GENOVA - "Tra l'8 e il 10% dei liguri saranno messi a letto dall'influenza soprattutto tra dicembre e febbraio". Così il professor Giancarlo Icardi direttore del dipartimento di Igiene del Policlinico e referente ligure dell'istituto superiore di sanità.
"Sta finendo la stagione invernale nell'emisfero australe - racconta Icardi - e lì abbiamo visto che è stata una stagione intermedia nel senso che hanno circolato parecchi virus influenzali che però, e questa è la buona notizia, sono quelli che saranno presenti nel vaccino che noi andremo a utilizzare nella campagna di vaccinazione che partirà ai primi di ottobre anche in Liguria.
"Al momento ci aspettiamo una stagione influenzale con valori intermedi, valori intermedi vogliono dire comunque che fino all'8-10% della popolazione, globalmente, tra ottobre ma soprattutto dicembre, gennaio, febbraio, può avere una sindrome influenzale. Quindi, come sempre la vaccinazione rappresenta il presidio principale, soprattutto per quei soggetti fragili e a rischio per evitare le complicanze dell'influenza".
Sul fronte Covid il professor Icardi non ha dubbi: "La pandemia del passato oggi è endemia. Farmaci specifici, vaccini, regole d'igiene e galateo respiratorio sono la ricetta corretta per continuare a considerare il covid una malattia respiratoria acuta stagionale e nulla più. Oggi e lo dico da medico di sanità pubblica, dobbiamo usare la mascherina in condizioni particolari come gli ambienti sanitari in presenza di fragili, ma non ne dobbiamo abusare".
"Abbiamo vissuto una situazione epidemiologica estiva con casi molto molto limitati e adesso essendo finite le ferie, avendo avuto più contatti e essendoci una situazione di ritorno soprattutto nelle grandi città questo virus ha la capacità di trasmettersi un pochino più frequentemente.
"L' aumento dei casi bisogna dire chiaramente e in modo diciamo così intellettualmente onesto che al momento non desta alcuna preoccupazione perché i numeri sono in aumento, ma sono comunque numeri limitati e soprattutto la maggior parte di questi casi non richiedono interventi come l'ospedalizzazione o ancor peggio ricoveri in terapia intensiva quindi non vanno a impattare pesantemente sul servizi ospedalieri. È chiaramente una patologia respiratoria acuta che in alcuni casi richiede di starsene a casa a domicilio, un po' come quando una persona, durante la stagione invernale, ha l'influenza.
"In questa fase di transizione nella quale noi non sappiamo ancora il virus la strada che prenderà, cioè se diventerà un virus come gli altri quattro coronavirus umani che conosciamo, cioè un coronavirus che provocherà neppure più sindromi tipo l'influenza, ma sindromi come un banale e banale, lo ripeto, raffreddore oppure se manterrà le caratteristiche che ha ancora adesso, meno impattante però in alcuni casi, seppure limitati, può provocare ancora complicanze che richiedono l'ospedalizzazione che va da ottobre 2023 fino a metà aprile 2024 abbiamo la necessità, come sanità pubblica, di continuare a raccomandare la vaccinazione soprattutto ai soggetti fragili e la circolare del ministero della Salute che dà le indicazioni sulla strategia di sanità pubblica indica chiaramente come questa non sarà più una vaccinazione estensiva universale per tutti, dai sei mesi ai 200 anni, ma sarà una vaccinazione così come quella dell'influenza mirata ai soggetti più fragili: dai 60 anni e poi, soprattutto indipendentemente dall'età, la circolare del ministero ci ricorda tutti quei soggetti fragili che hanno quindi patologie croniche come un po' quelle che sono le indicazioni per la vaccinazione antinfluenzale, quindi soggetti con patologie respiratorie croniche, i soggetti con patologie a carico del sistema circolatorio e quindi categorie ben indicate".
"È chiaro che in una fase iniziale di vaccinazioni come quella che adesso andrà a iniziare a ottobre, parlo della vaccinazione anti Covid e tra i più fragili in Liguria, dove sappiamo che abbiamo la più elevata percentuale di over 65 e quindi anche di over ottantenni sarà sostanzialmente quei soggetti, soprattutto ospiti delle residenze sanitarie per anziani, dove effettivamente, se il virus, anche con questa sub-variante, dovesse provocare qualche focolaio epidemico, potrebbe provocare dei danni in termini di ospedalizzazioni e anche di ricoveri in terapia intensiva e sono 22-23.000 persone che hanno il diritto di avere prioritariamente la vaccinazione".