GENOVA - C'è chi è arrivato in pronto soccorso per un male al ginocchio presente da oltre un mese, chi per un mal di gola senza neanche la febbre, chi per il mal di denti o perchè aveva bisogno di un certificato e non trovava il proprio medico di famiglia. Esempi di un utilizzo non corretto del pronto soccorso che non sono eccezioni. Uno dei principali fattori che contribuisce al sovraffollamento è rappresentato dagli 'accessi impropri', ovvero l'abitudine di andare in ospedale o chiamare il 118 anche quando le condizioni cliniche dei pazienti non giustificano l'accesso alle strutture di urgenza-emergenza. A raccontare questi casi e i numeri a Primocanale è Alessandro Rollero direttore del pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi-Asl 3 di Genova Sampierdarena che è al servizio di circa 350mila persone.
"Dal 1 novembre al 14 dicembre 2023 da noi si sono presentate 4548 persone e di queste il 59% erano codici bianchi e verdi - spiega Rollero - ossia più della metà dei pazienti che sono arrivati non avevano bisogno del pronto soccorso. Una percentuale molto alta soprattutto in questo periodo che è da sempre tra i più complicati per noi dell'emergenza a causa dell'influenza e da qualche anno anche del Covid, il problema però si verifica tutto l'anno, io chiuderò a 38mila accessi e di questi il 65% saranno di bassa intensità".
Numeri in linea con quelli diffusi dal ministro della salute Orazio Schillaci. La situazione dei pronto soccorso è seria dappertutto a livello nazionale e in questa stagione lo è ancora di più.
Il ricorso esagerato alla presentazione spontanea, la carenza della cosiddetta medicina territoriale, la mancanza di posti letto nei reparti, le grosse difficoltà nel trovare medici e infermieri sono alcune delle cause che stanno provocando una tempesta perfetta.
Gli accessi impropri, quindi, non sono l'unico motivo del caos pronto soccorso, che anche in questi giorni abbiamo raccontato nel capoluogo ligure, ma ne è una parte molto importante che sommata alla carenza di personale provoca attese molto spesso lunghissime e il lavoro di medici e infermieri faticoso e stressante.
L'appello che arriva è quindi quello di usare il pronto soccorso solo quando serve soprattutto in vista del picco influenzale alla fine dell'anno.
"Il professore Icardi ci dice che il picco dell’influenza sarà tra fine dicembre e inizio gennaio e io sono molto preoccupato - sottolinea con amarezza Rollero - perchè già così i pronto soccorso di Genova sono in affanno e quindi io esorto, prego quasi in ginocchio, la popolazione a far uso dell'emergenza solo per problemi urgenti. Per questo invito tutti a utilizzare gli ambulatori territoriali, i cosiddetti flu point, che sono stati disposti anche dalla Asl 3 sul territorio, uno per ogni distretto: nei giorni festivi e prefestivi lì sarà possibile trovare un medico e avere una prima risposta, da un medico di medicina generale anche se non è il vostro. Vi prego di usarli così come l'ambulatorio dei codici bianchi a Pontedecimo aperto dalle 8 alle 20 sette giorni su sette o quello per il mal di denti aperto tutto l'anno il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 8 alle 12.30 alla Fiumara".
Il problema è così complesso che non può essere risolto solo a livello di pronto soccorso, intanto però cosa si può fare? "Nel breve periodo intanto offrendo una sanità territoriale che riesca a dare maggiori e migliori risposte alla cittadinanza che in questo modo non affollerà i pronto soccorso - conclude Rollero - ma anche trovando una soluzione al cosiddetto boarding ossia i pazienti già valutati dallo specialista in medicina d’urgenza con indicazione al ricovero ospedaliero ma che, per mancanza di posti letto nei reparti, rimangono in barella in attesa di un posto all’interno della struttura del pronto soccorso contribuendo al sovraffollamento".