GENOVA - Centonove persone in visita al San Martino e diciotto in attesa, novanta visitate al Villa Scassi e tredici in attesa, ottantacinque prese in carico al Galliera e dieci in attesa. I pronto soccorso dell'area metropolitana di Genova sono in affanno e a dirlo non sono solo medici e infermieri in prima linea. A certificare la difficoltà di questo lunedì mattina i numeri pubblicati sulla piattaforma digitale 'Pronto soccorso live' in costante aumento.
C'è chi è in attesa, chi in visita (la maggior parte) e chi in osservazione breve intensiva, ovvero quei casi con malattie che non necessitano di ricovero immediato, ma di una terapia con osservazione per alcune ore o di un approfondimento diagnostico.
Alle 10.30 nei principali pronto soccorsi genovesi c'erano 284 in visita e 41 in attesa.
In visita 35 codici rossi, la situazione di maggiore emergenza che richiede un immediato intervento medico (16 al San Martino, 12 al Galliera e 7 al Villa Scassi); 95 i codici arancioni (35 al San Martino, 33 al Galliera e 27 al Villa Scassi); 120 i codici azzurri (50 al Villa Scassi, 41 al San Martino e 29 al Galliera. Ci sono poi anche 29 codici verdi (13 al San Martino, 10 al Galliera e 6 al Villa Scassi).
Le criticità del pronto soccorso sono note e stanno peggiorando a causa della mancanza di medici che decidono di lavorare nell'emergenza o che, anche dopo la pandemia, hanno deciso di abbandona il sistema sanitario pubblico.
"E' vero sappiamo che il lunedì è il giorno peggiore ma ormai è la norma anche in altre giornate - commenta a Primocanale Alessandro Rollero direttore del pronto soccorso del Villa Scassi di Genova Sampierdarena - da noi arrivano circa il 32% delle ambulanze cittadine e non so per quanto potremo reggere".
"Da noi al Villa Scassi stamattina ci sono tre medici per i degenti (77) e due per le salette e uno di questi due sono io altrimenti non potremmo andare avanti, ma circa 25 pazienti a medico è un numero improponibile, cerchiamo di fare tutti il massimo ma è molto difficile".
"Il rapporto giusto per fare un lavoro discreto sarebbe un medico per 15 pazienti - sottolinea Rollero - poi non ci si può lamentare se c'è la fuga dal pronto soccorso e nessuno vuole venirci a lavorare".
"In questi giorni abbiamo l'aiuto di qualche collega chirurgo che viene a gettone a fare il lavoro di saletta altrimenti sarebbe impossibile rispettare gli orari secondo la legge europea - spiega Rollero - la Asl3 sta cercando in tutti i modi di bandire concorsi per assumere nuovo personale ma gli ultimi sono andati quasi deserti come dappertutto in Italia".
"Lavorerò probabilmente a Santo Stefano siamo 14 medici e ne servirebbero 26 e non posso fare altrimenti".
"Negli ultimi quattro giorni abbiamo avuto parecchie persone con una forma di gastroenterite e anche persone con codice verde a bassa intensità - conferma Rollero - questi pazienti vanno comunque visitati".
Rollero ci tiene a fare un appello a tutti: "Venite in pronto soccorso solo in caso di urgenza, per le sindromi parainfluenzali fate affidamento al vostro medico di famiglia".
Quello che è certo è che il sovraccarico dei pronto soccorso, soprattutto il lunedì, è frutto di tante cause tra cui anche le poche dimissioni nel week end ma anche la difficoltà a trovare il medico di famiglia, sempre più frequentemente i cittadini non sanno a chi rivolgersi per delle prime risposte ai loro bisogni sanitari reali o presunti e si recano così in pronto soccorso..
Un chiaro segno quindi di una non risposta o di una non capacità di risposta del sistema territoriale che dovrebbe stare a monte dell'urgenza.
In questo senso sarà fondamentale il piano regionale che si sta organizzando in vista delle feste per cercare di contrastare il picco dell'influenza e decongestionare i pronto soccorso.
Sulla situazione di difficoltà del pronto soccorso è intervenuto anche Gianni Pastorino, capogruppo in Consiglio Regionale di Linea Condivisa e vice presidente della Commissione Salute: "Nonostante lo straordinario impegno degli operatori sanitari (medici, infermieri, Oss e tecnici sfiniti) la situazione del pronto soccorso dell’ospedale Galliera stamattina alle 4.30, ma che sta continuando per tutta la mattinata, è quella che vedete in foto: persone letteralmente per terra, in camera calda su lettini da campo e ambulanze in coda in attesa di recuperare le barelle che sono irrecuperabili".
Ecco la risposta della direzione sanitaria del Galliera: "Purtroppo intorno alle ore 4:30 di questa mattina, si è verificato un picco di afflusso di ambulanze presso il Pronto soccorso del Galliera. Per liberare puntualmente le vetture in questione, in attesa di sistemare i pazienti sulle barelle che dovevano essere a breve liberate, siamo dovuti ricorrere per poco tempo al posizionamento delle tre persone, riprese nella fotografia a corredo del comunicato stampa, in lettini da campo. Ci scusiamo per quanto accaduto che rappresenta un evento assolutamente eccezionale e motivato dalla situazione sopra indicata".
"Sono in stretto contatto con i vertici dell'ospedale Galliera come con i vertici degli altri ospedali dell'area metropolitana genovese". L'assessore alla Sanità Angelo Gratarola commenta così quanto avvenuto al Pronto soccorso dell'ospedale Galliera con un sovraffollamento imprevisto che ha generato disagi.
"La crescita di forme infettive sia respiratorie che gastroenteriche - aggiunge Angelo Gratarola - sta creando soprattutto all'inizio della settimana un iperafflusso ai pronto soccorso dell'area metropolitana genovese. Per ovviare a questo fenomeno nelle prossime ore si riunirà ufficialmente per la prima volta il Gome-Gruppo Operativo Metropolitano per l'Emergenza, tavolo appena deliberato dalla Giunta regionale che ha lo scopo di trovare rapide soluzioni operative negli ospedali del territorio della Asl 3 e della Asl 4 soprattutto in occasione di eventi critici".
IL COMMENTO
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