
Un trapianto da record è stato eseguito all’ospedale San Martino di Genova. Un uomo di 54 anni, affetto dalla nascita da malattia policistica con interessamento epatico e ai reni, è stato salvato grazie a un trapianto combinato, prima quello di fegato, poi quello di rene.
La 'maratona medica' è durata 24 ore circa ed è stata gestita dai medici del reparto del dottor Enzo Andorno responsabile della chirurgia dei trapianti di fegato, permettendo di restituire progressivamente una vita serena al paziente. Finora l'uomo era costretto alla dialisi e il suo fegato era ormai completamente sostituito da cisti, arrivando a pesare circa 7 Kg.
Il paziente aspettava questo giorno da quattro mesi e finalmente il 26 febbraio ha avuto la possibilità di essere sottoposto al trapianto perché si è resa disponibile una donatrice in Liguria, una donna che aveva autorizzato la donazione dei suoi organi.
"Abbiamo fatto prima il trapianto di fegato che è sempre piuttosto complesso perché bisogna togliere un organo nativo che è molto grande e voluminoso - spiega il dottor Enzo Andorno - ma fortunatamente il trapianto è andato bene, poi abbiamo portato il paziente in rianimazione per stabilizzarlo mentre il rene era in macchina da perfusione e dopo 24 ore è iniziato il trapianto di rene”. Ma com’è la vita dopo un trapianto combinato? “Sono pazienti che possono riprendere tranquillamente la loro attività lavorativa e quindi diciamo che c'è una restituzione non solo biologica ma anche professionale, sociale, di reinserimento sociale sicuramente”.
Altri due pazienti sono in lista di attesa per trapianto combinato di fegato e di rene, altri che dovranno entrare per malattia policistica. “Sono degli interventi che testano il sistema organizzativo dell'ospedale - continua Andorno - le competenze gastroepatologiche per il fegato, nefrologiche per il rene, rianimatorie, chirurgiche, tutta la parte infermieristica e assistenziale”.
"Sul trapianto combinato possiamo affermare che trattasi, senza dubbio, di eventi piuttosto rari oltre che di procedura impegnativa - spiega Alessandro Bonsignore Coordinatore del Centro Regionale Trapianti - In tutta Italia, lo scorso anno, se ne sono effettuati soltanto 7. Questo, di fegato e rene, rappresenta il primo a Genova da alcuni anni a questa parte e non posso che ringraziare, quale Coordinatore Regionale, tutti gli Operatori per lo sforzo profuso in questo caso cosi come nel lavoro quotidiano, assai faticoso ma anche foriero di grandi soddisfazioni nel vedere salvate tante vite grazie alle capacità raggiunte, al lavoro di equipe e alla generosità dei donatori e delle loro famiglie".
Quanto è importante il centro trapianti?
"Questi pazienti fanno riferimento al Centro Trapianti Regionale dove hanno una priorità, altrimenti in altre regioni si disperderebbero in una lista più ampia - continua il professore Enzo Andorno - É evidente però che all'interno della regione poi deve esserci un tasso donativo in grado di reggere questa richiesta”. E qui si innesca il problema: “La sensibilizzazione alla donazione degli organi è un dato che deve essere sempre tenuto presente, quest'uomo ha avuto una possibilità proprio in Liguria, da un caso di morte cerebrale di una donna di una sessantina di anni, la donatrice era qui nella nostra rianimazione per cui abbiamo potuto dare a quegli organi la priorità di questo nostro ricevente. É veramente importante, quindi, fare sistema all'interno della regione tra quelle che sono le capacità trapiantologiche e le capacità donative dei nostri ospedali, della nostra popolazione, dei medici".
L'importanza di donare gli organi
"Dobbiamo continuare a lavorare incessantemente per sensibilizzare alla donazione - sottolinea il dottor Andorno - Significativa la possibilità d’indicare la propria volontà di donare quando si rinnova la carta d’identità, ma a questo bisogna affiancare anche un’organizzazione delle nostre strutture rianimatorie perché mantenere un donatore richiede un impegno, delle risorse professionali, strutturali ed economiche e quindi anche qui ci vuole un investimento”.
“Dobbiamo portare la nostra regione come minimo ad avere 30 donatori per milioni di abitanti, teniamo conto che ci sono delle regioni che hanno un tasso di donazione di oltre 40-45 donatori per milioni di abitanti, noi siamo intorno ai 23-24, non va bene, dobbiamo assolutamente migliorare. Siamo bassi però abbiamo i nostri riceventi per cui bisogna che sappiamo dare una risposta alle nostre necessità trapiantologiche della nostra regione e ovviamente le risorse prima di tutto devono venire dalla nostro territorio”.
I numeri da raggiungere in Liguria
"Adesso per esempio siamo a più di 25 pazienti in lista distribuiti tra i vari gruppi 0, gruppi A, gruppi B, quindi diciamo che abbiamo assoluta necessità di mantenere alto il livello di donazione, assoluta necessità e per questo per esempio adesso in questo momento stiamo facendo riferimento alla donazione da cadavere, però ci sono dei casi di possibilità di donazione da vivente, con tecnica robotica, quindi meno invasiva e per cui questo ha indubbi vantaggi sia per chi dona e ovviamente mantenendo intatta la qualità dell'organo che viene prelevato”.
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IL COMMENTO
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