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Sanità

Tecniche innovative di chirurgia fetale, secondo caso al mondo
1 minuto e 54 secondi di lettura
di r.p.

GENOVA - Una equipe multidisciplinare del Gaslini ha eseguito un doppio intervento salvavita su un neonato affetto da una gravissima malformazione di trachea e laringe, che generalmente porta alla morte, con tecniche innovative di chirurgia fetale e management perinatale intensivo. Il primo intervento è stato di chirurgia fetale ed è la seconda volta che avviene nel mondo, secondo l'ospedale pediatrico genovese, per una atresia laringea (impedisce il flusso d'aria verso la trachea). Generalmente un feto colpito da questa malformazione muore. Il secondo al momento del parto. Durante la gravidanza alla madre era stata diagnosticata la malformazione alla 22/a settimana. Al Gaslini, unendo le competenze di cinque unità operative, sono riusciti a salvare il bambino. Solo una decina di piccoli, nel mondo sono sopravvissuti a questa patologia, rivelano al Gaslini.

Il primo intervento ha permesso la crescita del feto portandolo il più vicino possibile al termine della gravidanza. "Questo intervento di chirurgia fetale è stato eseguito solo una volta al mondo prima di quello eseguito al Gaslini - spiega il prof. Dario Paladini direttore di Medicina Fetale e Perinatale -L'intervento di chirurgia fetale consiste in un accesso fetoscopico alla via aerea e nella perforazione con laser della laringe ostruita, il che permette di ridurre la pressione nei polmoni e il rischio di mortalità in utero per scompenso cardiaco" . "L'intervento di chirurgia fetale è stato eseguito a 29 settimane di gestazione. La minima apertura delle vie aeree che si ottiene con l'intervento fetale non è tuttavia sufficiente a consentire la respirazione autonoma del neonato al momento della nascita. Dopo 10 giorni è avvenuto il parto attraverso una tecnica molto sofisticata di taglio cesareo chiamata Exit (Ex-Utero Intrapartum Treatment): il feto viene estratto parzialmente dall'utero materno e mantenuto collegato alla placenta.

Una volta intubato o, come in questo caso, dopo una tracheotomia, il bimbo viene estratto completamente" spiega il dottor Andrea Moscatelli direttore della Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica. Il piccola alla nascita pesava 1,7 kg e oggi ha 40 settimane di età corretta, pesa 3 kg, è molto reattivo e vivace. È ancora collegato al ventilatore attraverso la tracheostomia ed è dipendente dalla nutrizione parenterale. "Il bambino sta bene e cresce ma dovrà affrontare quando sarà più grande un difficile intervento per poter respirare da solo senza la tracheotomia" spiega il dottor Michele Torre del Centro di Chirurgia Pediatrica Toracica e delle Vie Aeree del Gaslini.

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