"Una esperienza da non ripetere ma straordinariamente importante per testare funzionalità del nostro sistema sanitario. La Liguria colpita per prima insieme alla Lombardia ne è uscita meglio di altre nonostante il carico e numero di pazienti elevato. Ci siamo inventati terapie intensive e sub intensive ovunque, abbiamo preso un piano zero al San Martino trasformandolo e curandovi tanta gente e questo è successo in tanti ospedali della regione. Il servizio sanitario si è mosso come unica creatura molto legate, ci sentivamo di continuo, un lavoro faticosissimo con risultati che io ritengo pregevoli": così Angelo Gratarola, che nel 2020 era il coordinatore del DIAR Emergenza e Urgenza di Regione Liguria, ricorda a Primocanale quei giorni di 5 anni fa, che corrispondono all'inizio della pandemia.
Quanto le terapie intensive sembravano non bastare
Se c'è un ricordo indelebile nella sua mente e nel suo cuore di quei giorni, è quello dei posti di terapia intensiva che sembravano non bastare mai: "Quando a marzo abbiamo esaurito i posti di terapia intensiva, io non dimenticherò mai quella sera: avevamo ambulanze pronte a scaricare i pazienti e in tutta la regione avevamo solo 4 posti di terapia intensiva e mi domandavo coma avremo fatto. Per fortuna poi non è stato necessario".
Ragazzi mandati in battaglia, sono diventati migliori
Non solo: "Il grande ricordo che ho sono i volti delle persone, i segni delle mascherine. Le paure di giovani lanciati e buttati nell'agone come quelli di fine Novecento nella Prima Guerra Mondiale per far fronte e una battaglia di cui non si conoscesse nemmeno bene la faccia del nemico. Tutti quelli che son passati di li sono cambiati, diventati migliori, cresciuti all'interno di questa battaglia. Hanno imparato cose che non si possono simulare", continua Gratarola. "A loro un grande ringraziamento: sono rimasti la loro posto nessuno è scappato, qualcuno ha avuto anche problemi di salute. E' il segno che il tessuto sanitario nazionale è buono".
Il mondo sanitario va trattato meglio
Fidarsi della scienza e costruire ospedali pronti a trasformarsi. Ecco cosa dobbiamo imparare dalla pandemia secondo Gratarola: "E' stata la scienza che ci ha portato fuori da questa battaglia con farmaci e vaccini, fidiamoci. Gli ospedali vanno costruiti tenendo presente che possa riaccadere: flessibili, pronti a trasformare l'uso con funzioni diverse. Se il tessuto fosse stato ancora più elastico avremmo fatto meno fatica. La pandemia ha evidenziato strutture vetuste in Liguria, che stiamo provvedendo a cambiare, ma anche dimostrato che il mondo sanitario va trattato meglio dal punto di vista del personale e non mi riferisco solo alle violenze. Bisogna proteggere la categoria sanitaria per che senno si assiste a qual che vediamo oggi: una fuga dai luoghi delicati e di prima linea dove è difficile lavorare".
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