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di Stefano Rissetto

Nel periodo 2012-2022, la Sampdoria è stata tra gli otto club europei più produttivi e brillanti nelle operazioni di calciomercato e oggi dispone della decima rosa per valore nel campionato di serie A.

La matematica è un'opinione? Forse. Negli ultimi dieci anni, due di proprietà Garrone-Mondini e gli otto seguenti di competenza di Ferrero, la società blucerchiata ha speso 338 milioni di euro per acquistare giocatori, incassandone di contro 450, per un bilancio attivo di 112 milioni di euro.
In tutto il Continente, secondo l'analisi del Cies, la precedono soltanto LOSC Lille (+379), Olympique Lyon (+292), AS Monaco (+215), Udinese (+196), Atalanta (+139), Hoffenheim (+126) e Montpellier (+117).

La sorpresa per l'entità dei debiti che gravano oggi sui conti della società, gestita da quasi un anno da un CdA commissariale guidato da Marco Lanna dopo l'arresto di Ferrero, è quasi pari al 10° posto che l'attuale rosa della Sampdoria occupa per valore dell'organico, secondo l'analisi del Football Observatory, che ha considerato i giocatori impiegati almeno una volta nel corrente campionato e il relativo prezzo di acquisto. Facendo una media ponderata rispetto alle varie formazioni schierate, il valore dell'organico della Sampdoria oscilla così fra 75 e 52 milioni: dietro Juventus, Napoli, Roma, Inter, Milan, Atalanta, Fiorentina, Lazio e Sassuolo e davanti alle altre 9 (Bologna, Torino, Hellas, Udinese, Monza, Cremonese, Empoli, Salernitana, Spezia e Lecce).

I numeri non vanno in campo, certo. Ma stando a questi dati, la Sampdoria dovrebbe essere sana come società e a centroclassifica come squadra. Ci si accontenterebbe, per mille motivi, di almeno uno dei due casi.