Politica
Pd-Idv, i venti romani sulla Liguria
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Tra Pd e Idv non corre da tempo buon sangue. L'Idv, anche se non in modo ufficiale, sembra mal sopportare il decisionismo del presidente Burlando. Da questo rapporto difficile nascono ogni settimana momenti di crisi. L'ultimo, quello tra la vicepresidente Fusco e il presidente della giunta, pare essere il più pericoloso, anche perché c'è un clima nazionale anche nel centro sinistra, che non spinge certamente per un consolidamento tra Pd e Idv. L'aria di Roma, i dissapori tra Bersani e Di Pietro dopo la formazione del governo Monti evidentemente hanno ricadute anche in sede locale. Ma qui in Liguria e a Genova dove l'Idv conta parecchio, i dissapori stanno trasformandosi in qualche cosa di più serio. Il capogruppo in Regione Scialfa, schierandosi apertamente e da sempre con il sindaco Vincenzi non ha certo fatto un regalo ai dirigenti del Pd. Almeno fino a quando il sindaco non ha dichiarato di volersi candidare. Tra la Fusco e l'assessore Briano, fortissimamente voluta dal presidente, le tensioni sono continue: piano casa, outlet, legge sulla caccia, distanza di edificabilità dai torrenti, cartolarizzazione e dulcis in fundo la faccenda degli assessori non eletti, ma scelti da Burlando per chiamata. Sei assessori su dodici. E qui insieme all'Idv ci sono molti altri contrari. Probabilmente oggi c'è una questione di risparmi da tirar fuori da ogni cassetto e quindi anche dal costo degli assessori esterni. Ma non si va sbandierando che presidenti e sindaci dovrebbero davvero scegliere gli assessori che vogliono senza seguire i diktat delle segreterie politiche?
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