Politica

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Comincio ad avere qualche perplessità sull'equità del governo dei professori. Liberalizzazioni. Se le facciamo diventeremo più europei. Fantastico! mi dico con orgoglio. Poi ascolto il professor Catricalà che spara alzo sero sugli evasori e su chi, bieco corporativo, è parassita come quello dello spot con la barba non fatta da due giorni, e ecco il retropensiero. Si comincia dai tassisti. Cavolo! mi ridico, che coraggioso il professor Catricalà e anche il professor Monti e il banchiere Passera. Alzo zero sui tassisti. Mica male come iniziio, daranno l'esempio e il governo dei professori dimostrerà di essere davvero inflessibile. Intanto ti piego il tassista che notoriamente da anni è il vero paralizzatore della modernizzazione dell'Italia. E' il tassista che frena, che ci fa essere meno europei. Sono Beta 14 o Toro 18, o Gamma 71 che strozzano il Paese, che hanno fatto incavolare frau Merkel e quel ciondolone di Sarkò. Bravi questi professori. Dopo il tassista? Saranno i farmacisti che pur di continuare a vendere solo loro il bicarbonato e la magnesia bisurata impediscono la discesa dello spread. Poi? Suggerirei ai professori, anche quella che piange, di liberalizzare le besagnine, poi i trippai: si sa come l'esclusività della vendita delle centopelli determini il crollo delle Borse europee. Altre liberalizzazioni? I sacrestani se il Vaticano non si oppone, le portinaie, gli arrotini così monopolisti, gli strassèe, i turtà, i droghieri, gli speziali, i ferrai, gli ottonieri.

E i petrolieri? Le aziende del gas, dell'acqua, dell'elettricità? I monopolisti del trasporto pubblico e quelli che fanno viaggiare i treni-bestiame per pendolari?

Ma no, popolo ignorante! Lasciate lavorare i professori che sanno dove si deve cominciare per far partire l'Italia frenata dai parassiti delle corporazioni. Gli altri? C'è tempo......