Politica

1 minuto e 13 secondi di lettura
Claudio Burlando chiama Marco Doria e riprende in mano il Pd, scosso dalla vittoria a sorpresa dell’outsider e dalla sconfitta sonora delle due contendenti interne, Marta Vincenzi e Roberta Pinotti. Lo spiega in una lunga intervista a Primocanale nella quale analizza la situazione di Genova che sta diventando un anteprima del test nazionale delle prossime elezioni e anche le prospettive nazionali del partito di Bersani.

Bisogna dare una mano e io sono pronto a darla anche se in genere preferisco dedicarmi all’amministrazione e poco al resto. Così ho fatto durante le primarie anche se qualcuno mormora che avrei lavorato dietro le quinte. No. Ora, però, il Pd deve ripartire, e bisogna stare vicini a Doria perché vinca le elezioni”.

Burlando è ottimista. “Si deve lavorare a un programma, ma anche a alleanze e poi pensare alla squadra. La coalizione sarà meno larga che quella che abbiamo in Regione e che va dall’Udc alla sinistra. L’Idv mi pare recuperata. Poi tocchertà alla scelta della squadra e per quanto riguarda il Pd dei nomi dei candidati da mettere in lista”.

Sul piano nazionale secondo il presidente della giunta ligure “Non è vero che sia negativo per il Pd appoggiare il governo Monti”, ma occorre lavorare perché non accada più che il Pd “non riesca ad essere al momento opportuno l’alternativa a Berlusconi”.