Politica

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“La mia è una assunzione di responsabilità, anche di responsabilità altrui, altri seguiranno il mio esempio? Non succederà, so che non succederà. In politica non succede mai”.

Victor Rasetto commenta così a Primocanale le sue dimissioni da segretario del Partito Democratico dopo le primarie di Genova: “Ho compiuto un gesto per riportare unità nel partito e far vincere Doria alle prossime elezioni, non so se altri avranno il coraggio di prendersi fino in fondo le loro responsabilità, tra i dirigenti.

Sento di persone che si vogliono dimettere, ma ora non voglio togliermi i sassolini dalla scarpa, non ora; ora voglio dire ai militanti di stare dentro al partito democratico”. Rasetto poi dà la sua spiegazione all'esito delle primarie: “Quando Marco Doria prende 11.500 preferenze, mentre il sindaco di Genova ne prende solo 6.600, un parlamentare ne prende 5.800, è un dato importante: la crudezza dei numeri ci deve dare un segnale, se non lo sappiamo cogliere... la risposta è la richiesta fortissima di innovazione. E' anche un problema di antipolitica – aggiunge Rassetto - ma in questo momento possono servire anche facce nuove, come quella di Marco Doria.

È un terremoto salutare: c'è la richiesta di un grande cambiamento; la nostra responsabilità è che non abbiamo saputo imporre questa innovazione e se non ti innovi sono gli elettori che ti innovano; se non avessimo fatto le primarie, il terremoto sarebbe avvenuto alle elezioni”. Questa la spiegazione della vittoria di Marco Doria: “E' la società civile che si mette al servizio della politica. Il pd era nato per questo, noi siamo ancora in mezzo al guado”. Poi sulle difficoltà legate al sostegno della candidatura di Doria Rasetto dice: “Ora ci sarà un problema di alleanze, ci vuole un partito molto forte per creare questa unità e questa forza”.