Politica

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Mi ha fatto rilevare un avvocato che bene conosce le vicende della politica che la vera forza del prossimo governo della città saranno i consiglieri di maggioranza.

Oggi spesso relegati in ruoli secondari, spesso alzatori di mani o pigiatori di pulsanti, quale che sia il sindaco che uscirà a maggio, torneranno ad avere un’ importanza notevole e questo perché i partiti stanno implodendo e le forze semi-nuove o nuovissime che entreranno a palazzo Tursi baseranno le loro strategia non tanto o non solo sul simbolo, ma soprattutto sugli uomini e sull’appartenenza di questi eletti all’una o all’altra corrente o lista civica.
Se il prossimo sindaco dovesse essere Marco Doria, indipendente del centro sinistra, potrebbero essere quattro o cinque consiglieri per esempio del Pd a dirigere l’orchestra, magari vicini al sindaco uscente, o all’area cattolica o bersaniani doc.

Se vincesse Vinai dovrebbe stare molto attento ai gruppi interni al Pdl, per esempio ai fedelissimi di Scajola o Grillo oppure agli eletti nella lista vicina a  Biasotti.

Niente è come prima e ormai vale poco il riferimento al simbolo di partito.
Tutto questo creerà seri problemi al futuro sindaco, problemi di manovra e di libertà d’azione. Forse è finita l’epoca dei “commissari di partito” che venivano messi in giunta a fare da controllori (Montaldo vice sindaco dell’indipendente Sansa), ma sta per comincia quella dei super-consiglieri che conteranno molto più che gli assessori.