
Fosse stata solo per il gradimento sarebbe potuta continuare ancora, ma i musei proprietari delle opere che la componevano non hanno consentito un’ulteriore proroga del prestito. In tutto i visitatori sono stati 346.025, il che la rende la mostra non solo la più vista in Italia negli ultimi due mesi ma addirittura, in uno straordinario crescendo, tra le prime 5 al mondo negli ultimi 9 giorni.
Complessivamente, un successo clamoroso, e questo nonostante la città sia stata colpita proprio nei giorni dell’inaugurazione dalla tragica alluvione del 4 novembre. Merito ovviamente della straordinaria qualità delle tele esposte, a partire da quel ‘Dove veniamo chi siamo dove andiamo', finora mai visto in Italia e in Europa una sola volta, a Parigi, una decina di anni fa, che rappresenta il testamento artistico di Gauguin, continuando con una quarantina di opere di Van Gogh, un altro artista che ha saputo esprimere alla sua maniera, unendoli nella propria opera, esplorazione e spiritualità interiore, per continuare in un continuo rimbalzo tra America ed Europa con tele di Church e Hopper, Turner e Monet, Kandinski e Rothko. Il tutto a delineare il concetto di viaggio non solo come esplorazione geografica o spostamento fisico ma anche come itinerario all’interno della propria interiorità e della propria coscienza.
I numeri indicano una media di 2.035 visite al giorno e una impennata dal 28 aprile (5.615 visite) al 30, giorno del record con 6.263 ingressi. Negli ultimi 9 giorni è stata visitata da oltre 42.000 persone, diventando come già detto la quinta più vista al mondo. Dulcis in fundo, costata circa 5 milioni di euro, chiude perfino, come ha detto il curatore Marco Goldin, "con un piccolo utile".
IL COMMENTO
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