Cronaca

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Franco Bonanini, ex presidente del parco nazionale delle 5 Terre, è stato rinviato a giudizio. Il processo si terrà il 29 settembre. Si chiude così l'inchiesta denominata 'Mani unte' che decapitò il Parco delle 5 Terre e il Comune di Riomaggiore.

Con Bonanini sono state rinviate a giudizio altre 15 persone. Chiamati a vario titolo a difendersi dall'accusa di associazione a delinquere finalizzata a truffa, peculato, corruzione, calunnia, abuso d'ufficio e concussione ci sono, tra gli altri, l'ex capo Ufficio tecnico Graziano Tarabugi, l'ex comandante dei vigili urbani Aldo Campi e un'impiegata del Comune di Riomaggiore, Nicla Pecunia.


Insieme a Bonanini e Tarabugi, per le truffe consumate e tentate per ottenere finanziamenti regionali e gli atti falsi che davano per eseguiti lavori non svolti ma liquidati sono stati rinviati a giudizio Roberto Dell'Omodarme, Auro Manfredi, Carlo Colliva, Umberto Paganini, Francesco Costa. Quest'ultimo è accusato anche di corruzione in concorso con Tarabugi.


Nei guai anche quattro persone accusate di rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento: i funzionari della Regione Gianni Della Casa, Enrico Bonanni, la moglie di quest'ultimo, Cinzia Marchiori e l'imprenditore Daniele Carpanese oltre a Lucia Cambi, accusata di rivelazioni di segreti d'ufficio. A processo anche Concetta Gasparini, moglie dell'ex presidente, per i falsi relativi ai lavori nel fondo alla marina di Riomaggiore.
Al termine dell'udienza preliminare sono state emesse anche due sentenze di patteggiamento con condanna ad un anno e sei mesi di reclusione con sospensione condizionale a carico di Massimo Lupi, l'ingegnere imputato di truffa e falso per l'intrigo dei lavori bluff in via Discovolo a Manarola e una condanna a un anno di reclusione con pena sospesa per il professore Vito Ingletti, accusato di favoreggiamento, per aver assecondato i propositi di Franco Bonanini che, sentendosi braccato, volle effettuare nel suo ufficio e in Municipio una 'bonifica' da microspie.