
Dalle prime indiscrezioni raccolte, sarebbe stato lo stesso ingegner Adinolfi a mettere gli investigatori nelle condizioni di risalire alla moto. Adinolfi infatti è riuscito a vedere e memorizzare non solo il colore della moto, ma anche alcuni numeri della targa. Seppur ferito, lo ha riferito agli inquirenti prima di entrare in sala operatoria. Poche ore dopo la moto è stato trovata in via Sauli. Successivi accertamenti hanno permesso di stabilire con certezza che si tratta di quella usata nell'agguato.
Le condizioni del dirigente dell'Ansaldo intanto "sono stazionarie. Il paziente è tranquillo, sta dormendo". Lo ha detto il dottor Federico Santolini, primario di ortopedia, che ha operato Adinolfi. Il prossimo bollettino medico è previsto per domattina.
IL COMMENTO
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