Politica

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Il sentore quasi subito. Quello che per decidere il prossimo sindaco di Genova la città dovrà tornare alle urne tra 15 giorni. E domenica 20 e lunedì 21 maggio gli elettori del capoluogo dovranno scegliere tra il candidato del centrosinistra Marco Doria, “fermo” al 48,5% dei voti, e il candidato sostenuto dal Terzo Polo, Enrico Musso, una preferenza solo del 14,8% degli aventi diritto.

A picco Lega che non arriva al 5%, con il suo candidato Edoardo Rixi, che paga lo tsunami giudiziario, e il Pdl con il 12,5% dei voti. “Il Pdl ha fatto quel che ha potuto” il commento del suo candidato a Genova, Pierluigi Vinai, in serata nel point di Doria tra strette di mani, complimenti e “forza Juve”.
 
E tra la delusione di chi si aspettava di passare al primo turno e chi contava di ottenere più voti, ecco che anche a Genova, come a Parma, spicca il trionfo dei “grillini”, nel capoluogo con il 13,9% ottenuto da Paolo Putti, candidato del Movimento Cinque Stelle che, in prima battuta, ha giocato un serrato testa a testa con Musso, sbaragliando il campo nella città di Beppe Grillo.
 
Le prime dichiarazioni di Marco Doria sono caute. E' pronto a festeggiare "in modo sobrio, tra due settimane", sicuro di "avere ancora energie da spendere", e invita gli elettori del centrosinistra a recarsi alle urne per mandare al governo della città "l'unica coalizione credibile".

La sua Lista ha contribuito in modo decisivo al successo, arrivando a oltre il 10% delle preferenze, e questo conforta il suo comitato. Ma se sarà ballottaggio, gli scenari cambieranno radicalmente. L'ex Pdl Musso e l'ex Pdl Vinai potrebbero trovare intese e coalizzare parte dei moderati rimasti a casa. (Anna Chieregato)