Cronaca

1 minuto e 52 secondi di lettura
Un telefono cellulare è stato trovato in una cella del carcere genovese di Marassi dove si trova detenuta una persona coinvolta nello scandalo del calcioscommesse. La notizia è stata diffusa dal sindacato Sappe. "L'episodio ci impone di tornare a chiedere al Dap interventi come, la dotazione di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l'indebito uso di telefoni cellulari", dice Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Lunedì con tutta probabilità si conoscerà la sorte dei calciatori arrestati nell'ultima fase dell'inchiesta 'Last bet' della Procura di Cremona. Il gip Guido Salvini dovrebbe decidere se scarcerare, tra gli altri, il capitano della Lazio Stefano Mauri e l'ex genoano Omar Milanetto. Entrambi sembrano non aver convinto gli inquirenti con le loro spiegazioni e accertare quanto hanno raccontato richiederà qualche tempo per i riscontri.

Drammatico, invece, l'interrogatorio di Matteo Gritti, ex portiere del Bellinzona. E' scoppiato in lacrime quando ha ricordato le minacce dello zingaro Iliewski che disse: "Se non lo fate vi spariamo alle gambe". Le minacce erano rivolte a lui e all'allenatore in seconda del Bellinzona, Ragini. Gritti ha ripercorso la 'genesi' della vicenda del calcioscommesse, e del modus operandi che nasce proprio nella Confederazione elvetica, prima di diffondersi a macchia d'olio in Italia.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, il sampdoriano Cristian Bertani. "Preferisce analizzare tutta la corposa documentazione dell'inchiesta - hanno spiegato i suoi legali -. E' tranquillo, per quanto possibile; è però preoccupato per la sua famiglia". Per ultimo è stato interrogato il commercialista Daniele Ragone, ai domiciliari, accusato di riciclaggio con l'ex bomber azzurro Beppe Signori.

Dalle carte dell'inchiesta, nel frattempo, emergono altri particolari del vorticoso giro di denaro nel mondo delle scommesse clandestine. Persino un tentativo della criminalità organizzata di acquistare la squadra dell'Alessandria. I personaggi che gravitavano nell'orbita del bosniaco Altic, amico del genoano Giuseppe Sculli, secondo gli investigatori, "pur coinvolti in attività delinquenziali di ordinario e normale impatto sociale, hanno mostrato un interesse rilevante, diretto e personale nelle attività illecite poste in essere, i cui ricavi/profitti venivano reinvestiti anche per finanziare, per fini eminentemente speculativi, attività che coinvolgessero il mondo del calcio in generale".