
Una discriminazione che può tradursi in aumento anche consistente del tasso di interesse imposto dalla banca all’imprenditrice che chiede un prestito, anche il 2% in più rispetto a un collega uomo, secondo una ricerca dell’università Bocconi. Ma non solo: “La discriminazione più semplice è chiedere che la donna venga in banca accompagnata da un familiare, sia esso il padre, il marito o un fratello” dice Valeria Maione, Consigliera di parità della Regione.
Le imprenditrici, insomma, vivono la crisi due volte: come imprenditrici e come donne. Eppure le aziende al femminile sono sempre di più: 2000 solo a Genova, circa 1 su 4. “L’impresa femminile è cresciuta a lungo di più di quella maschile, e nonostante i suoi meriti affronta maggiori problemi”, dice Paola Sansoni, Presidente CNA Impresa donna.
Fare squadra per informare le imprenditrici dei loro diritti e dare loro fiducia nel rapporto con le banche: questo l’obiettivo del progetto avviato da CNA Impresa donna: “Lavorando su noi stesse e in gruppo. Abbiamo in mente un progetto che coinvolgerà anche gli uomini per agire sul territorio e creare occupazione in un momento difficile per tutte le imprese”, spiega Sarah Pissarello, Presidente CNA Impresa donna Liguria.
IL COMMENTO
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