E’ da anni, anche per passione ed esperienze maturate, che seguo con attenzione i problemi legati ai diversi sistemi della mobilità delle persone nella nostra città quindi, principalmente per quello che rappresenta, l’Amt.
Tralascio i gravi errori compiuti con l’eliminazione dei tram, per fare spazio alle vetture private, e dei filobus (approfittando dell’alluvione del 1970).
Così come non si possono dimenticare le sottovalutazioni e le scelte errate compiute dall’Azionista (Giunte e Consigli Comunali, quindi i partiti della maggioranza) e dall’Azienda, fatte negli ultimi venti anni: sovrapposizione di linee-percorsi, turni e frequenze che non sempre tengono conto dei mutamenti avvenuti in Città, linee notturne per scorazzare nottambuli o perditempo, etc.
Parte di responsabilità ricadono anche su dirigenti aziendali e sindacali che si son ben guardati da affrontare diversamente le problematiche dell’organizzazione del lavoro e di un corretto funziona-mento dell’AMT, mantenendo inalterate turnistiche, orari di lavoro – compreso quelle dell’officina – appalti e altro; tutto per il quieto vivere.
L’Amt avrebbe dovuto - se l’azionista avesse svolto responsabilmente il suo ruolo - portare i libri in tribunale nel 2004-2005 perché già all’ora le entrate da bigliettazione e i contributi pubblici ordinari non erano sufficienti a coprire i reali costi aziendali; questo significa che i problemi erano già presenti, al di là dei bilanci ufficiali, ancor prima della trasformazione in SpA.
Tra le altre cose bisogna ricordare che l’Amt, fino al 2002, gestiva anche la linea extraurbana del bacino G (Cogoleto-Savignone-Casella-Recco), per la quale non mi risulta che la Provincia di Genova coprisse i costi reali e neppure contribuisse in modo dignitoso; il tutto col completo disin-teresse delle “illuminate” maggioranze politiche. Le quali, tra l’altro, si sono ben guardate da valutare e modificare, se era necessario, l’ultimo piano di risanamento presentato da Amt per cercare di recuperare un 20 – 30 % di costo gestionale.
Così come penso che un’ulteriore errore, forse sempre con la speranza che il tempo avrebbe aiutato a risanare le aziende del Tpl, sia stato compiuto dalla Regione Liguria per non aver fatto a suo tempo - la gara unica del “ferro e gomma”, e perché no, anche dell’Aeroporto – questa avrebbe costretto tutti: azionisti del Tpl, le aziende (anche FS), le OO.SS., a ricercare soluzioni superando
tabù e forse avrebbe consentito anche ad altre società pubbliche europee di parteciparvi in accordo con le nostre.
Questo rammentare è stato necessario per meglio comprendere quanto dirò ora
Spero che il Sindaco, in qualità di Azionista, confermi quanto già avviato e dia mandato all’Azienda
per un’intesa sindacale che:
1) tenga conto delle reali risorse economiche disponibili e possibili, senza tagliare ulteriormente altre esigenze sociali;
2) riconfermi che l’unica sede della contrattazione sindacale è quella Aziendale;
3) pretenda un nuovo piano industriale che superi eventuali sovrapposizioni di linee-percorso,
non penalizzando le colline e le aree densamente popolate;
4) realizzi una vera integrazione tra orari bus e treno per il ponente cittadino, avendo presente
che per la comodità della collocazione delle Stazioni FS – tutte sull’Aurelia – è l’Amt che deve adeguare orari di partenza-arrivi dei bus a quello dei treni e quindi, se necessario, anche la modifica della turnistica;
5) sospenda la navetta bus e recuperi quel contributo per il bus;
6) sospenda le linee N1 e N2 ovvero mantenere un servizio fino alle ore 0,01;
7) superi la mentalità dell’autosufficienza per la riparazione di tutto il parco automezzi
(grande officina), il personale esistente deve essere impiegato per il pronto intervento e per
una parte ridotta della flotta; per il grosso della riparazione utilizzare contratti di Full Service
o ricercare Officine meccaniche private in Liguria o basso Piemonte a costo industriale;
8) recuperi tutti gli appalti possibili, senza ricatti di assunzione di personale dipendente dalle
aziende che attualmente svolgono tali lavori.
In ultimo la Genova-Casella deve essere ritornata alla Regione, diversamente la stessa - con bilancio separato da quello Amt - deve essere totalmente finanziata dalla Regione Liguria e con quote di partecipazione dei Comuni (Provincia) beneficiari del servizio.
Michele Carbone
Politica
Lettera aperta sull'Amt
4 minuti e 52 secondi di lettura
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