Cronaca

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L'indagine Istat redatta su incarico del Ministero delle Pari Opportunità dal titolo "La popolazione omosessuale nella società italiana" disegna uno scenario in cui la cultura della tolleranza nei confronti di omosessuali non è ancora uniforme.
 
Secondo il 61.3% dei cittadini tra i 18 ed i 74 anni presi in esame, gli omosessuali sarebbero abbastanza o molto discriminati, percentuale che sale all'80.3 per transessuali: una condanna da parte del 73% della popolazione arriva nei confronti di comportamenti discriminatori verso le persone omosessuali. Fa da contrappeso a questi dati, tuttavia, il 41.4% di italiani per il quale è “inaccettabile” l'ipotesi di un insegnate di scuola elementare omosessuale, il 28.1% che pensa che un omosessuale non possa essere medico ed un 24.1% che non vorrebbe un politico gay.

In risposta, il 40.3% degli omosessuali/bisessuali dichiara di essere stato vittima di discriminazione riconducibile all'orientamento sessuale, a fronte del 27.9% degli eterosessuali, in diversi settori ed ambiti: a scuola o all'università (24% contro 14.2%), nel lavoro (22.1% contro 12.7%); e ancora nella ricerca di una casa, 10.2%, nei rapporti con il vicinato, 14.3%, nell'accesso a servizi sanitari, 10.2%, o anche in locali ed uffici pubblici o sui mezzi di trasporto, per un totale del 53.7% degli individui intervistato che dichiara di aver subito discriminazioni.

Nel mondo del calcio  il livello di omertà e discrimianzione raggiunge livelli superiori. In Germania l'invito a una apertura è arrivato addirittura dal cancelliere Angela Merkel: “Possiamo dare un segnale forte, non abbiate paura”. Destinatario un calciatore della Bundesliga che aveva deciso di raccontare la sua storia. “Si, sono omosessuale ma preferisco nascondermi perché non sarei accettato”.

Una storia fuori dal mondo come a volte decidere di essere il pianeta calcio. Il tema è sempre stato tabù, i gay nel calcio: guai a parlare di questo tema.  Soltanto spifferi e sussurri, nessuno ammette e tutti svelano storie di ordinaria solitudine. Sempre dietro ai riflettori, temendo la reazione, il giudizio, le parole come macigni pronte a essere scagliate.

E ora il messaggio forte che arriva dalla Germania. Lui lancia l’appello (sono omossesuale ma sono costretto a recitare ogni giorno) la Merkel risponde: “Tutti coloro che si assumono il rischio e che hanno il coraggio (di rilevare la propria omosessualità, ndr) devono sapere che vivono in un Paese dove non c'è nulla da temere. È il mio messaggio politico”