Cronaca

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"Sono stato io per primo a vedere il taccheggiatore in video. Ho detto a Monica di seguirlo sullo schermo. Poi lei è salita per fare da testimone, è una direttiva di servizio". Christian Arru, 32 anni, la guardia giurata ferita l'altro ieri nell'ipermercato di Carasco dove è stata uccisa l'operatrice di sicurezza (Ots) Monica Di Mari, racconta la sua versione dei fatti. "Ho visto per primo nelle telecamere quello che rubava. Si era preso una ventina di pezzi, almeno una decina di cd e diversi dvd. Poi la merce è sparita, forse l'aveva abbandonata vicino all'ascensore, è passato uno sciacallo e se li è presi, oppure se li è portati via l'assassino medesimo", aggiunge riflettendo sui dettagli. Poi riprende il suo racconto, circondato da tante altre guardie giurate in sciopero davanti alla Prefettura. "Ho detto a Monica di continuare a seguirlo. Lei è salita per poter poi testimoniare sull'accaduto: è una direttiva di servizio. Anche perché se non c'é un testimone mentre si ferma il taccheggiatore per il controllo, io al processo rischio di essere accusato di diffamazione e finisce che mi devo pagare anche l'avvocato, come è successo a nostri colleghi. Se penso solo che per fermare uno così prendo 7 euro all'ora...". Due giorni dopo il delitto, l'uomo porta ancora il braccio destro fasciato e ha un vistoso cerotto al collo. "Quando il taccheggiatore ha superato le casse - prosegue -, lo abbiamo atteso in galleria. Monica ha avuto la sfortuna di essere più vicina, forse era a un metro da lui. Io a tre. Quello ha tirato fuori la merce, poi ha sfilato dalla tasca qualcosa, non era certo un coltello, era troppo tagliente". Di Monica, la vittima, dice "non che fosse un'amica, ma a volte passavamo anche un quarto d'ora a parlarci al telefono. Insomma lavoravamo insieme". Ripercorre ogni attimo della tragedia ed il suo è un racconto pieno di dubbi: "se quello avesse visto due guardie giurate armate ci avrebbe pensato due volte. Se avessi avuto le manette, magari lo avrei buttato a terra", sospira. I sindacalisti propongono di mettere in divisa chi fa antitaccheggio: "ma se giriamo col distintivo, allora non serve a niente - esclama Arru -. Qui ci troviamo davanti a bande organizzate che fanno furti per 7-8 mila euro in diversi supermercati al giorno e poi mandano tutto in Romania. E noi li fermiamo in divisa?".(ANSA).