Cronaca

1 minuto e 35 secondi di lettura
"Non si deve andare per forza alle primarie. L'Ulivo, o il nascente Partito Democratico, può indicare direttamente un suo candidato a sindaco di Genova, dopo una approfondita analisi degli ultimi dieci anni, che per me sono molto positivi, e sulla base di un programma concreto, che deve indicare come procedere per proseguire diversi progetti". Lo ha detto a Primocanale il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, nel giorno in cui i dirigenti Ds si incontrano per valutare le prossime mosse. "Sono convinto che la classe dirigente delle due forze dell'Ulivo, che poi formano il nascente Partito Democratico, e che alle ultime elezioni hanno raccolto il 40% dei consensi - ha aggiunto Burlando - siano in grado di riunirsi insieme e di indicare una candidatura forte. Per quanto riguarda i Ds, è naturale che debba esprimere la sua idea il partito più grande della coalizione, quello che ha portato Pericu alla poltrona di sindaco e che per dieci anni ha contribuito al governo della città in modo positivo". Secondo Burlando le primarie non sono dunque un passaggio obbligatorio: "noi tutti, da Pericu alla Vincenzi, al sottoscritto, siamo stati eletti senza bisogno delle primarie, che erano servite invece in Puglia perché era necessario ricomporre un quadro rotto dalla presenza di due candidature diverse dell'Ulivo e di Rifondazione". Il presidente della Regione ribadisce: "Sono convinto che il nascente Partito Democratico debba e possa indicare un programma ben preciso e su questa base definire il candidato. L'unica cosa di cui sono convinto è che questo walzer di nomi di possibili candidati fa solo male e non aiuta. Per quanto riguarda i Ds, i dirigenti del partito possono naturalmente esprimere pubblicamente le proprie opinioni, questo è legittimo, ma a livello di classe dirigente devono essere poi in grado di presentarsi all'esterno con un progetto preciso. E credo che siano in grado di farlo".