Cronaca

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Il sole illumina l’ex ospedale di Busalla, Vallescrivia, entroterra di Genova. E’ luce effimera, ma almeno lascia qualche speranza. Al pari dell’ultima notizia giunta qui qualche ora fa: i trentasei ospiti nordafricani del Frugone potranno trascorrere nella struttura sanitaria il prossimo capodanno e le otto successive settimane.


Di fatto la prefettura ha prorogato i termini del soggiorno trasformato da straordinario a ordinario riducendo ai gestori il contributo giornaliero per ogni ragazzo da quarantasei a trentacinque euro comportando così una riduzione dell’attività. Ma quanto succederà da fine febbraio in poi è tutto scrivere nella speranza di suddividere i ragazzi in piccoli gruppi.

Gli stessi stanno aspettando con trepidazione anche una buona uscita per lasciare l’ex ospedale valligiano quantificata in millecinquecento euro, quelli che la Prefettura ha fatto sapere non essere al momento a disposizione. Tuttavia i responsabili del centro chiedono alla telecamere di restare fuori dalla struttura perché comunque tre nazionalità diverse, sette differenti religioni e soprattutto poca certezza del futuro qualche tensione iniziano a crearla. Capodanno è garantito non il domani, a Busalla.

E sperare che tutto vada a posto in due mesi quando per quasi un anno e mezzo soltanto pochissimi hanno trovato un lavoro risulta difficile. Il paese guarda con solidarietà alle storie dei ragazzi arrivati dal nord Africa, ma come il resto della Vallescrivia chiede garanzie sanitarie per un territorio che di fatto non ha un presidio nonostante il Frugone fosse stato recentemente restaurato con un’ingente somma di soldi pubblici precedenti alla chiusura. “E lì anche una piccola ferita diventa oggi un grosso problema” attacca la minoranza comunale di Busalla.

(gv)