Cronaca

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"Subito dopo essere stato sequestrato fui caricato su un'auto, bendato, e portato in un posto non lontano, perché facemmo solo una decina di minuti di strada. Per questo pensai si trattasse di un sequestro lampo". Così Andrea Calevo ha raccontato i giorni della sua prigionia a Unomattina.

Durante la prigionia "hanno cercato spesso di farmi paura, sono anche arrivati a dirmi che mi avrebbero sparato in faccia, o a una gamba. Ma ho capito subito che non erano professionisti - ha detto -  Parlavano cercando di imitare una cadenza meridionale, e mi parlavano molto. Troppo. Mi raccontavano cose. Un professionista del crimine non si comporta così".
 
Per farsi forza e superare la paura Andrea cantava Fred Buscaglione, Battiato e Raffaella Carrà.

 

Calevo non ha dimenticato il ruolo che hanno avuto le forze dell'ordine per la sua liberazione e non finirà mai di ringraziare per quanto hanno fatto per lui e la sua famiglia. "Sono rimasto impressionato dalla loro professionalità, e ho toccato con mano una umanità speciale - ha detto - Mia madre mi ha raccontato di essere stata sostenuta in modo particolare nei giorni più difficili. Si è affidata completamente a loro".   

In studio con lui infatti c'erano anche la sorella Laura, il colonnello dei carabinieri dell'Anticrimine di Genov, Paolo Storoni e il primo dirigente del Servizio Centrale Operativo della Polizia, Vincenzo Nicoli.


Calevo ha inoltre incontrato negli studi di Saxa Rubra l'ex Presidente del Consiglio Mario Monti che ha salutato con "gioia e soddisfazione" l'imprenditore rapito e liberato il 31 dicembre. Monti ha parlato dell'operazione "perfetta" compiuta in sinergia da parte delle forze dell'ordine. "Lo Stato è al servizio dei cittadini", ha dichiarato