Cronaca

1 minuto e 31 secondi di lettura
 "Sarà davvero - anticipa il conduttore del Festival di Sanremo 2013 Fabio Fazio - il Festival della contemporaneità: gli artisti rappresentano la musica italiana del presente e del futuro.

Sarà un Festival con molta musica. Gare ed esclusioni sin dal primo giorno".

"Bisogna rompere l'equivoco secondo il quale popolare è diventato sinonimo di volgare.
 

L'obiettivo di una tv generalista dovrebbe essere proprio quello di risultare popolare riuscendo a curare i contenuti".

In risposta a chi lo accusa di essere un presentatore poco aggressivo e incisivo risponde: "L'aggressività è la cifra del presente: l'esaltazione dell'auto-esposizione.

Si fa una domanda dura e volgare, si attende una reazione scomposta dell'intervistato e poi ci si auto-promuove su qualche social network come il più figo di tutti. Io penso che nessuno abbia il diritto di far male gratuitamente a qualcun altro".

L'ospite che gli piacerebbe intervistare e non ha ancora avuto in studio è: "Steven Spielberg", mentre si augura prima o poi di tornare a fare tv con Saviano anche se "al momento non é previsto".
 
Fazio sta lavorando molto, tra Che tempo che fa, le tre serate con Saviano e Sanremo, ma per il futuro ammette: "Ho intenzione di fare sempre meno". Interrogato sulla possibilità che anche lui come molti giornalisti si dia alla politica risponde: "No.
 
Nella vita saper fare bene una cosa è già un miracolo" e commenta la discesa in campo di Grillo dicendo: "Perché Grillo ha rinunciato a far ridere? Non lo capisco".
 
Sull'influenza dei partiti in Rai dice: "Temo che i partiti e la politica non molleranno mai la Rai. In nome di cosa dovrebbero rinunciare a un controllo così grande?".