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"Credo che il partito democratico vada completamente ripensato. Non abbiamo fatto il partito che avevano annunciato e che guardasse a una nuova fase di riformismo. E’ diventato un partito di contrapposizione tra bande e fra tribù che non guardano a una visione complessiva, ma al tornaconto personale e a lotte di potere che si sono scatenate in modo evidente".

Renzo Guccinelli, assessore regionale allo sviluppo ed esponente di spicco del Pd, tuona contro il suo partito in una intervista a Primocanale in cui lancia un messaggio alla classe dirigente:

"C’è bisogno che si ristabilisca una normalità di rapporti all’interno del partito. Non abbiamo vinto elezioni che tutti davano scontato che avremmo vinto, abbiamo sbagliato un rigore a porta vuota".

Sul futuro del Pd e del governo Guccinelli aggiunge: "Noi abbiamo il compito di sostenere Letta, non c’era altra strada che portasse a questo tipo di governo che per prima cosa deve fare una nuova legge elettorale".

L'assessore regionale poi esprime chiaramente di voler sostenere le posizioni di Matteo Renzi all'interno del Pd: "Nel partito quella di Renzi è una personalità forte. E’ una figura ancora caratterizzata e percepita come elemento di innovazione. Avevo lavorato per Bersani, ma ora prendo atto della chiusura di una fase politica. Nell’apertura di una fase nuova, Renzi può rappresentare tanto all’interno di un partito che vuol ricandidarsi a essere la speranza di un paese che vuole cambiare sulla strada di riformismo e di apertura all’innovazione".

"Barca, Cofferati e la cosa rossa? Non mi coinvolgeranno. Non credo in questo progetto, anche se sono persone che apprezzo, ma vorrebbe dire rinunciare al Partito Democratico. L’operazione barca significherebbe dire che non deve esistere in Italia il partito democratico, che facciamo un partito della sinistra europea che poi si allea con una formazione di centro. Io dico che invece dobbiamo credere all’idea di un partito democratico a vocazione maggioritaria che possa rappresentare la maggior parte degli italiani e possa governare un processo di cambiamento e di stabilità".

"La Liguria non esce male da questo governo con un ministro e un sottosegretario è cresciuto il peso politico di questa regione. Potranno dare risultati positivi. La Liguria ha bisogno di mettere insieme le esperienze, quelle di gente che milita nei partiti da diverso tempo, si sono avvicinate nuove realtà in tutti i territori. C’è bisogno di unire queste esperienza, mettendo da parte le nostre provienze: non conta più se uno conta dal Pci e l’altro dalla Democrazia Cristiana".