
Da allora ha sempre avuto ruoli istituzionali, attraversando il boom economico gli anni ’60 e i momenti più difficili della storia repubblicana. Nel 1992 era stato a un soffio dall’elezione a Presidente della Repubblica, ruolo che avrebbe coronato il suo cursus onorum istituzionale, ma a lui venne preferito Oscar Luigi Scalfaro. In seguito sarà nominato senatore a vita.
Coinvolto in pesanti procedimenti giudiziari, sarà scagionato dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, mentre il processo che lo vedeva accusato di avere favorito la mafia lo scagionò per il periodo successivo al 1980, mentre per il periodo precedente scattò la prescrizione.
"Con lui si ne è andato un soggetto eterno, anche con i suoi difetti. E' stato il pià giovane sottosegretario d'Italia, ha vissuto le stagioni anche contraddittorie di un grande partito, discusso come la Dc" ha commentato l'ex ministro genovese Alfredo Biondi contattato da Primocanale. "Era un uomo studioso, precisissimo, era come la gente lo vedeva", ricorda ancora Biondi.
Giulio Andreotti aveva compiuto 94 anni lo scorso 14 gennaio. I funerali si svolgeranno domani pomeriggio a Roma.
IL COMMENTO
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