economia

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Ancora oggi possiamo dire che dal punto di vista climatico questa primavera non è mai iniziata, ad una situazione di crisi globale ingigantita in Italia da una cronica incapacità della politica di dare risposte utili al funzionamento del paese si è aggiunta una situazione meteo eccezionale che ha letteralmente sbriciolato il mercato delle piante. Mai visto niente del genere (per fortuna), tutto il mese di marzo e la prima settimana di aprile hanno visto il nord Europa costantemente sotto zero con continue e abbondanti nevicate, molte promozioni sono saltate e quelle fatte hanno portato a molto invenduto con la classica conseguenza di continue contestazioni e di una consistente diminuzione degli acquisti da parte degli operatori esteri.


 Il mercato italiano, complice una situazione di crisi profonda ha sofferto ulteriormente, praticamente non è mai decollato. Inoltre altre zone di produzione (Lazio e Puglia in particolare) con aziende molto più grandi e strutturate delle nostre si sono proposte direttamente con prezzi bassissimi, e come in tutte le guerre tra poveri è andata male a tutti. Tutto questo disastro è capitato in un momento storico già difficile per le nostre aziende in costante crisi di liquidità, causando difficoltà enormi per iniziare una nuova stagione produttiva e mettendo molti in grave difficoltà. Tuttavia il clima non lo controlliamo noi e quindi possiamo solo sperare di non vivere nuovamente una “non primavera” come quella appena passata ma ciò non ci deve sollevare dal fare alcune riflessioni sul nostro "sistema", e nei prossimi mesi dobbiamo provare ad abbozzare un minimo di analisi e di proposte che possano dare risposte concrete alle aziende.


Dobbiamo lavorare  sul fronte del credito con gli istituti bancari, coinvolgendo le istituzioni (regione, camera di commercio, deputati e senatori liguri), intervenendo con il nostro consorzio fidi (agriconfidi) nei casi di necessità, dobbiamo fare tutto il possibile per poter ripartire nonostante la pessima annata ma dobbiamo anche valutare se è opportuno continuare ad aumentare la produzione per compensare  alla diminuzione dei margini, oppure se non sarebbe utile trovare dei sistemi che ci permettano di accorciare la filiera come già fanno i nostri concorrenti, o capire che fare un buon prodotto non è più sufficiente per vendere e che  essere presenti sul web è ormai indispensabile per qualunque azienda comprese le nostre, o che oltre alla pianta sia importante un confezionamento che faccia riconoscere il prodotto (marchio d'area).
 
Nei momenti di crisi strutturale come quello che stiamo vivendo è necessario rilanciare per non essere spazzati via, se riusciremo a lavorare insieme con obiettivi certi possiamo farcela, se abbiamo, e l'abbiamo, capacità imprenditoriale è il momento di usarla. Tutto il fatturato perso in questa stagione assurda porterà situazioni difficili anche in tutto l'indotto e in tutte le attività economiche del comprensorio, risulterà chiaro a tutti il peso dell'economia agricola in questa provincia anche se avremmo preferito che questa consapevolezza fosse intervenuta per eventi meno disastrosi per le aziende agricole.


Jochen Mewes
*portavoce Gruppo Floricolo CIA