Cronaca
INDAGINI SU RAPINA IN VILLA A GENOVA QUARTO
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"Non vogliamo farle del male. Ci dica dov'é la cassaforte, dov'é la chiave e non correrà alcun pericolo". Si è sentita apostrofare così nel cuore della notte Rosanna, una genovese di 67 anni, svegliata di soprassalto nella sua villa di via Romana di Quarto, nel levante genovese, da due rapinatori che sono fuggiti con gioielli per un valore di 220 mila euro, buoni benzina per diecimila euro e altri diecimila euro in contanti. La donna è stata poco dopo trovata imbavagliata e legata con del nastro da imballaggio dal marito, un facoltoso imprenditore di 71 anni, rincasato dopo una serata tra amici. I rapinatori sembravano italiani -ha riferito la signora ai carabinieri della compagnia di San Martino- erano gentili ma decisi e l'unico ad aver parlato aveva un accento meridionale. Non hanno compiuto altra violenza sulla donna, se non quella di legarla, e non hanno preso altro se non il contenuto della cassaforte. I carabinieri hanno passato al setaccio la villa alla ricerca di tracce e non escludono che i due fossero a conoscenza dell'esistenza del forziere e siano andati a colpo sicuro. La donna aggredita non ha visto armi; il suo racconto è ancora un po' confuso ed ha detto solo di aver sentito qualcosa di freddo premere contro una tempia, forse la canna di una pistola. L'episodio ha suscitato allarme a Genova, soprattutto nei riservati quartieri del levante cittadino, ricchi obiettivi per i malintenzionati. Dimore esclusive sono state ricavate dalle lottizzazioni dei parchi delle antiche ville Quartara e Carrara di Quarto, dimore aperte ai selezionatissini amici dei proprietari ma protette da massicce cancellate ed alti muri dagli sguardi di chiunque altro, come impone la proverbiale riservatezza dei genovesi che contano. I due rapinatori, forse protetti da un "palo" all'esterno della villa, sono entrati in casa forzando una porta-finestra della cucina, al piano terra. Sono saliti al primo piano ed hanno sorpreso a letto la padrona di casa, che dormiva, sola nella grande dimora. Dopo averla tranquillizzata, sono andati al sodo, chiedendole dove fosse la cassaforte e dove si trovassero le chiavi per aprirla. E' bastato poco, senza bisogno di ricorrere alla forza, per ottenere le informazioni. Erano a volto scoperto ed uno solo ha parlato. Svuotato il forziere e legata la donna con del nastro da imballaggio, hanno ripercorso la via da cui erano arrivati e si sono allontanati indisturbati. Poco prima di mezzanotte è rincasato il marito, socio di un noto ambulatorio di diagnostica, presieduto dal figlio medico e convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale. Ha trovato la moglie al buio, imbavagliata, ed ha dato l'allarme ai carabinieri. Ma troppo tardi: le pattuglie hanno trovato deserta la stretta via Romana, costeggiata da antichi parchi con lecci e allori secolari. (Ansa)
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