
La rappresentazione, che ha ricevuto una nomination al Premio Ubu 2002 e il Premio della critica nel 2005, racconta la storia di una donna che fu levatrice in un paese di provincia di un nord-est italiano ancora rurale. Questa vicenda non si trova nei libri di storia ma nel ricordo delle persone. Così, attraverso la memoria, emerge un’analisi della maternità ai giorni nostri. Si nasce negli ospedali, oggi, assistiti da diverse figure professionali secondo precisi protocolli medici che, mentre ci assicurano di poter far fronte ad ogni possibile complicanza, ci fanno scordare che la nascita non è una malattia ma una spontanea e straordinaria funzione del nostro corpo. Dall’epopea delle levatrici al 40% di cesarei: cronistoria di uno spettacolo teatrale sul parto.
IL COMMENTO
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