cronaca

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"No a un intervento armato contro la Siria": è il messaggio lanciato dall'europarlamentare genovese Susy De Martini, che questa mattina ha partecipato alla riunione straordinaria della Commissione Affari Esteri sulla vicenda siriana alla presenza del Segretario Generale del Servizio Europeo di Azione Esterna Pierre Vimont.

"Dal dibattito - scrive De Martini in una nota - è emerso come non ci sono prove certe su chi ha utilizzato le armi chimiche che hanno provocato morti innocenti in Siria. Esistono seri indizi che tali armi possano essere state usate dai ribelli (vedi recenti dichiarazioni di Carla Del Ponte, ispettrice ONU per i diritti umani), come anche dubbi che il regime di Assad non abbia controllato i siti dove tali armi venivano stoccate, ed abbia avuto maggiore possibilità di accesso ai razzi che le avrebbero trasportate"

"Ritengo sia assai poco plausibile che Assad abbia fatto uso di armi chimiche proprio nei giorni in cui erano in arrivo nel paese gli ispettori dell'ONU. Un simile comportamento si sarebbe ritorto solo contro di lui, dopo che Assad stesso aveva già dato parere favorevole alle trattative di pace di Ginevra".

"Prima di invocare ritorsioni ed azioni militari, occorre valutare il fatto che, subito dopo l'attacco, i ribelli hanno comunicato di non voler più partecipare alla conferenza di Ginevra, che ha tra i suoi presupposti il congelamento dell'attuale situazione bellica, dove gli stessi ribelli si trovano in minoranza - aggiunge l'europarlamentare - In definitiva, gli unici a trarre sicuro vantaggio dal fallimento delle trattative di pace sono i ribelli, il cui gioco è far ricadere la responsabilità di quanto accaduto su Assad provocando un intervento militare".

Sulla decisione di intervenire o meno sul territorio siriano per placare la difficile situazione Susy De Martini crede che "l'intervento armato di un gruppo di Paesi senza autorizzazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e in assenza di una indagine credibile sui fatti che dovrebbero giustificarlo, è privo di fondamento legale, ed è una replica dell´attacco all'Iraq del 2003. L'intera regione mediorientale pagherebbe ancora una volta, e su scala più ampia, le conseguenze di un uso sconsiderato della forza da parte di potenze occidentali"

"Dalla riunione odierna è apparso chiaro come larga parte dei parlamentari europei presenti in Commissione Esteri non siano favorevoli a un intervento militare in Siria privo di evidenze sicure sui fatti e privo di basi legali" conclude De Martini.