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"Se fossi stato a conoscenza di ogni passaggio di questa vicenda non sarei qua oggi. Poi aggiungo che se fossi stato un farabutto mi sarei comportato in modo diverso. Qualche giornalista ha detto che forse è stato tutto fatto per la ricerca di una mia benevolenza. Non lo so, non faccio esercizi di fantasia. Dico solo che nei confronti di Balducci ed Anemone avevo riconoscenza perché mi avevano aiutato a risolvere un problema".

Sono le parole dell'ex ministro del Pdl Claudio Scajola che oggi in aula è stato interrogato nell'ambito del processo in cui è accusato di finanziamento illecito. La vicenda è quella dell'acquisto di un appartamento in via del Fagutale a Roma, vicino al Colosseo.

L'ex parlamentare e coordinatore di Forza Italia ha dato la sua versione sulla nota dichiarazione riportata da un giornale nel qual diceva di aver acquistato la casa "a sua insaputa":  Un termine, riportato in una intervista, che non ho mai però pronunciato". "In questa vicenda – ha proseguito l'ex ministro - ho una grossa colpa: non avendo mai acquistato nulla dovevo mettere più attenzione nell'acquisto dell'abitazione. In quel periodo lavoravo moltissimo, la cifra (700 mila euro ndr) per l'acquisto mi sembrava nei limiti del mio budget ma quando ho saputo dai giornali e dalle carte del processo il prezzo d'acquisto (un milione e 700 mila secondo la Procura ndr) sono rimasto perplesso".