economia

2 minuti e 25 secondi di lettura
"Durante la permanenza in carica dell'attuale presidente non è stato concluso alcun patto, scritto né verbale, tra la nostra Fondazione e il Gruppo francese Bpce, nè è stata adottata alcuna pratica con esso concertata".
 
Lo scrive la Fondazione Carige al Mef in risposta ad alcuni rilievi mossi dall'autorità di vigilanza. "E' superfluo sottolineare - dice ancora la Fondazione - l'insussistenza, riguardo alla banca Carige, in ragione dell'assetto della compagine sociale e della misura delle partecipazioni detenute, di situazioni che possano avere reso applicabili le norme in materia di Opa obbligatoria". E ancora, la Fondazione Carige ha spiegato al Ministero dell'Economia che la propria partecipazione in Banca Carige non risponde solo a finalità di "produzione di reddito", ma è strumento di "promozione dello sviluppo economico" del territorio, che sarebbe "gravemente compromesso se alla Banca toccasse la sorte già subita da due banche liguri incorporate in altre società divenendo niente più che un marchio e una rete commerciale di realtà di altri territori".

Il Mef aveva chiesto ragioni del forte investimento della Fondazione nella Banca. Al Mef, si apprende, viene anche risposto riguardo al rilievo sulla mancata richiesta di autorizzazione preventiva di operazioni di acquisto e vendita di azioni della Banca. Per la Fondazione sono operazioni su "strumenti finanziari non immobilizzati" e pertanto non soggette alla autorizzazione. Per il Mef invece dovevano invece essere comunque segnalate e autorizzate. La Fondazione replica che "già in passato nelle note integrative dei bilanci 2010, 2011 e 2012" sono state indicate operazioni analoghe che "sono state da voi condivise, tanto che nessun rilievo è mai stato sollevato al riguardo".


"L'operazione di dismissione delle Compagnie di assicurazione deliberata all'unanimità dal Cda della Banca rientra nell' attuazione di un programma di rafforzamento patrimoniale secondo le indicazioni della Banca d'Italia" e "non è incompatibile con l' eventualità di un aumento di capitale". Il Mef aveva chiesto di spiegare perchè, invece delle dismissioni, che mettevano a rischio alcune centinaia di posti di lavoro, non era stato preferito un aumento di capitale.

E per concludere, la Fondazione definisce "una congerie di illazioni e arbitrarie considerazioni critiche sull' operato della Fondazione" il documento anonimo che il Mef "ha inviato il 9 ottobre in allegato" a una richiesta ufficiale di informazioni su altre questioni. "Non crediamo" che il documento anonimo "possa costituire la base e il riferimento per l' attuazione della doverosa collaborazione all'esplicazione delle funzioni di vigilanza" scrive la Fondazione al ministero. "Pertanto - aggiunge l'ente presieduto da Flavio Repetto - cercheremo di fornire quegli elementi rispetto ai quali possa esplicarsi un'attività propriamente informativa, salve diverse e ulteriori richieste da parte del ministero in merito ad aspetti ulteriori, di ordine valutativo e argomentativo, del contenuto dello scritto anonimo".