cronaca

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"Ho perso un nipotino, non è riuscito a scappare. Non c'erano più mezzi".


Lolita ha 65 anni e vive a Genova da quando ne aveva 36, ma con qualche parola italiana fa ancora un po' fatica. "E' stata dura lasciare casa, Manila, nelle Filippine, ma ho dovuto per tutta una serie di motivi". Vicino a lei ci sono tanti amici che hanno partecipato alla messa di veglia dedicata alle vittime del tifone Haiyan, presieduta dal Presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il quale ha annunciato che la Cei ha stanziato tre milioni per far fronte all'emergenza. E Lolita racconta: "Quando sono arrivata qui eravamo in pochi, oggi siamo oltre duemila in tutta la provincia di Genova, ma la mia è l'unica famiglia rimasta colpita dal lutto. Un lutto che lascia impotente di fronte a quanto ancora sta succedendo. "Manca l'elettricità e non riesco a parlare con mio fratello - dice - E poi manca tutto, dall'acqua al cibo. Il mare si è portato via case, piante, macchine. Non è rimasto quasi più nulla. E ancora: "Il mio nipotino è stato messo in una specie di fossa comune e so che non sono ancora riusciti a portare il suo corpo a casa. E' terribile".

Lolita ha appreso la notizia dalla tv, era il 7 novembre. Oggi i corpi trovati senza vita sono quasi 4mila. Tra loro anche il suo nipotino, 24 anni, che in quel momento si trovava in una casa per studenti vicino al mare. "Un colpo al cuore - racconta - era l'unico figlio di mio fratello". Nella città i cadaveri si sono accumulati per le strade, ma anche in mare, e i residenti, alla disperata ricerca di cibo, hanno saccheggiato i negozi. Tre giorni fa, un portavoce di Medici Senza Frontiere ha detto alla Bbc che al momento ci sono grandi problemi logistici nella distribuzione degli aiuti.

Ed è quello che conferma anche Lolita: "Sarà dura riprendersi dopo questa tragedia". Oggi gli sfollati sono 356 mila. "Mi auguro solo che un giorno il corpo di mio nipote possa tornare a casa e avere una sepoltura".


(F.B)