cronaca

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''La dilatazione dei tempi, come è emerso finora nel processo, nel dare l'abbandono nave, credo che sia imputabile all'uso di una terminologia tecnica approssimata e spesso contradditoria nel riportare i dati necessari''.

Lo ha detto Francesco Schettino, in una pausa del processo sulla Costa Concordia, commentando con l'ANSA le ultime udienze. ''Dati - ha continuato - sulla scorta dei quali sono state prese le decisioni più opportune, tutto in relazione al contesto dell'emergenza''. ''Logicamente i dubbi inerenti la comunicazione - ha detto ancora Schettino in relazione a testimonianze delle ultime udienze - sarebbero stati oggetto di ulteriori richieste di informazione che dovevano essere fatte con la dovuta calma. E quindi ecco il perché del conseguente ritardo nel prendere decisioni che in quel caso erano irrevocabili''.

Intanto, secondo la testimonianza di Fiorella Silvana Panetti, addetta alla paghe del personale di bordo ha spiegato che "un elettricista della nave ci disse che avevamo dieci minuti, poi l'acqua ci avrebbe spinto fuori. Il corridoio dov'ero, era diventato un pozzo, era buio, non c'erano più luci, sentivo gente che urlava. Mi tirarono una corda, mi hanno imbracato, hanno provato a tirarmi fuori ma all'inizio non ci riuscivano".